Malasanità, ora interviene anche l’Oms

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Ogni anno, i pazienti di tutto il mondo riportano quasi 43 milioni di lesioni da errori medici: a rivelare questo totale complessivo, che si rivela piuttosto allarmante nella somma, non è un ente “qualunque”, ma l’Organizzazione mondiale della sanità, che sta studiando un piano speciale a livello internazionale per cercare di limitare la portata del fenomeno della malasanità.

Gli effetti della malasanità

Secondo gli specialisti dell’Oms, in tutto il mondo almeno un paziente su 10 subisce nell’arco della sua vita un danno (di qualsiasi tipo, intensità e gravità) mentre riceve cure mediche. Il fenomeno ha di sicuro una portata sociale, visto il numero di persone coinvolte, ma ha anche effetti dannosi dal punto di vista economico, perché il costo globale del problema si aggira, secondo le stime, sui 42 miliardi di dollari, vale a dire quasi l’1 per cento della spesa totale sanitaria. E, addirittura, in Italia il peso sul Sistema Sanitario Nazionale è “doppio”, perché raggiunge una percentuale del 2 per cento.

La situazione dei pazienti

Oltre al costo “diretto” dell’errore, bisogna valutare anche le richieste da parte di pazienti e familiari: quando infatti si verifica un errore medico e i controlli accertano un diretto collegamento con il danno alla salute, la vittima (o appunto i suoi familiari) possono presentare richiesta di risarcimento, affidandosi a legali specializzati nel campo. Oggi nel nostro Paese questo supporto si estende anche sul Web, grazie all’attività della piattaforma persalute.com, che aiuta chi si trova in queste brutte situazioni a orientarsi nelle pratiche di una denuncia per malasanità.

Dimezzare gli errori medici evitabili

Per ridurre l’entità del fenomeno e le sue conseguenze, l’Oms ha come accennato dato il via a un programma su scala mondiale, che dovrebbe consentire nei prossimi 5 anni di dimezzare gli errori medici evitabili, e in via prioritaria quelli legati a farmaci e terapie, in tutti i Paesi del globo terrestre. Il primo passo è stata la individuazione delle cause principali e più frequenti degli errori da parte del personale medico: al primo posto ci sono ragioni prettamente “umane”, come la stanchezza, seguite da problematiche specifiche della struttura ospedaliera in cui avviene l’intervento.

Le principali cause di errore

Secondo l’Oms, infatti, anche l’affollamento degli ospedali e la carenza di personale sono determinanti per creare le condizioni dell’errore, così come pure la poca formazione dedicata ai “novizi” o le informazioni sbagliate date ai pazienti. L’Organizzazione mondiale della Sanità sta dunque intervenendo anche in modo diretto per ottimizzare anche le procedure di prescrizione, distribuzione e consumo di farmaci e terapie, e al tempo stesso rendere più consapevoli i pazienti dei rischi associati ad un uso improprio dei vari medicinali.

Il piano dell’Oms

Sembra incredibile, ma in ottica globale questo tipo di errore causa almeno una morte al giorno e danneggiano circa 1,3 milioni di persone l’anno nei soli Stati Uniti d’America. C’è dunque bisogno di un grande piano e di una grande rivoluzione anche nell’approccio, e l’iniziativa dell’Oms si focalizza su ben quattro aree: pazienti, operatori sanitari, farmaci, sistemi e pratiche di terapia.

La sicurezza al centro

Questo significa, in sintesi, che l’organizzazione che studia e tutela la salute umana in tutto il mondo vuole migliorare ogni momento in cui viene usata la terapia, come prescrizione, somministrazione, monitoraggio e uso, offrendo linee guida e sviluppando strategie, piani e strumenti affinché il processo curativo posizioni al centro la sicurezza del paziente in tutte le strutture sanitarie.

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