Copa America Centenario. Gironi (quasi) decisi

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Le qualificazioni per i quarti di finale della Copa America Centenario volgono al termine e restano solo da decidersi le sorti del girone D, con il Cile, però, quasi sicuramente ai quarti.

E’ stata la fase a gironi più incredibile degli ultimi anni e probabilmente non esageriamo dicendo che è stata l’edizione più incredibile degli ultimi 9 anni. Per questa Copa America Centenario, le nazionali hanno sempre sudato e hanno sempre dimostrato particolare attaccamento, anche se nelle ultime edizioni le “big” del torneo non sempre sono riuscite a lasciare il segno.

Tirando le somme di questa fase a gironi, si è assistito a clamorosi errori arbitrali, goleade, risultati a sorpresa e rose decimate da infortuni, ma a dire il vero tutto ciò ha contribuito a dare maggiore spettacolo ad una coppa che nelle prime apparizioni ha decisamente deluso con pochi gol e trame di gioco sterili.

Il girone A è stata quasi “una passeggiata” per Stati Uniti (nazione ospitante) e Colombia, con i primi che hanno sofferto dopo l’esordio non proprio esaltante, ma poi hanno saputo approfittare delle avversarie non proprio irresistibili; stiamo parlando di Costa Rica e Paraguay. La nazionale di Bryan Ruiz e compagni ha deluso dopo un mondiale ad alto livello e il Paraguay finalista nell’edizione del 2011 e semifinalista lo scorso anno ha dimostrato scarsi valori, con una squadra lenta e fragile.

Il girone B è stato senza dubbio il girone più bello, ma non l’unico sorprendente: Brasile eliminato con Perù ed Ecuador ai quarti. La squadra di Dunga oltre ai 7 gol rifilati ad Haiti non è riuscita a dimostrare nulla; solo una tremenda siccità di idee e la mancanza di un giocatore capace di “pedalare da solo”. La crisi del Brasile è forse il fattore più eclatante, ma Perù ed Ecuador hanno dimostrato di essere 2 squadre volitive e soprattutto ben organizzate, due nazionali corsare quando è servito, determinate fino alla fine e con la voglia di fare… la voglia di emergere dopo anni all’ombra di BrasileArgentina e delle altre big. Basta guardare l’Ecuador che ha portato a casa la qualificazione per 1 punto, lo stesso punto strappato al Perù con le unghie e con i denti con un pirotecnico 2-2 in rimonta, questo è lo spirito giusto. Oltre ai torti arbitrali subiti dalla “seleçao“, eliminata da un goal di mano, faranno parlare le vicende di Neymar fuori dal campo, ma a livello calcistico il nulla… sono ormai lontani i tempi di Roberto Carlos e Ronaldo.

 

Le sorprese non finiscono qui: se il Brasile ha fatto male, c’è chi ha dato ancora meno a questa Copa America Centenario: stiamo parlando dell’Uruguay (girone C) vedova di Luis Suarez (eh si, tante le stelle assenti). Solo 3 punti il magro bottino ottenuto dalla “celeste” di Tabàrez che ha incassato da Venezuela e Messico 2 sconfitte rumorose. Quando manca Suarez questa squadra misteriosamente perde quello spirito guerriero che l’ha resa famosa, spirito che è mancato sia nei Mondiali in Brasile che nell’ultima edizione di Copa America, dove non si riesce più a fare bene; fragili dietro e sterili avanti, questo è il dato di fatto. C’è inevitabilmente bisogno di aria nuova in casa Uruguay. Messico e Venezuela incredibili nazionali: messicani immortali e rinati dopo edizioni all’ombra e Venezuelani in netta ripresa. Il Messico rapido e finalmente con un’identità offensiva temibile, rapidi a centrocampo, compatti dietro: potrebbero essere loro la sorpresa di questo torneo. Il Venezuela dal canto suo non si dispera: qualificazione ottenuta sudando ai danni dell’Uruguay e cammino che è tutto un enigma; staremo a vedere dove riuscirà a spingersi la nazionale allenata da Dudamel.

Il girone D è l’unico che ha 2 certezze: Argentina ai quarti e Bolivia eliminata. Cile-Panama deciderà l’ultima qualificata ai quarti. La sensazione è che i Cileni supereranno in scioltezza, anche se non si può mai indovinare senza far parlare il campo. L’Argentina comanda il girone ed è la favorita, il Cile privo della fame degli ultimi anni deve lottare per ritrovare il giusto spirito, Panama stringerà i denti e guarderà avanti.

Una squadra da decidere, poi, saranno quarti di finale. Ora si fa sul serio.

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