Top&Flop of the week – 4a giornata

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In attesa del turno infrasettimanale che inizierà martedì, vediamo insieme i 3 migliori Top e i 3 peggiori flop della 4a giornata di Serie A.

Top.

Mertens e Dybala. Nel giorno della consacrazione della Slovenia Campione d’Europa di Basket 2017, anche la Serie A ha i suoi tiratori da 3. Il folletto Dries Mertens e la Joya Paulo Dybala infatti insaccano due triplette nelle porte delle malcapitate Benevento e Sassuolo. Prima di loro solo Immobile aveva già segnato una tripletta in campionato (ovviamente non considerando quella di Dybala contro il Genoa). Ricordiamo ai gentili lettori che le giornate disputate sono solo 4 e Dybala e Mertens hanno già segnato 14 gol in 2. Marco Belinelli docet.

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La gioventù della 4a giornata. Questa 4a giornata ha visto molte squadre far riposare i titolarissimi più esperti e favorire l’inserimento dei più giovani, che in complesso hanno fatto una figura più che discreta. In casa Lazio si è già delineata molto bene la figura di Alessandro Murgia (1996), autore del gol vittoria in Supercoppa contro la Juventus e giovedì in Olanda contro il Vitesse in Europa League. La Genova rossoblu ha assistito alla doppietta più giovane della storia firmata Pietro Pellegri (2001). L’Atalanta ha fatto esordire in Serie A Riccardo Orsolini (1997), prelevato in prestito dalla Juventus; il Chievo a sua volta ha fatto esordire un altro centrocampista: Fabio Depaoli (1997). Titolare stabile del centrocampo blucerchiato è Lucas Torreira (1996), invece trovano sempre qualche spezzone il granata Simone Edera, il cagliaritano Filippo Romagna e lo spallino Federico Bonazzoli (tutti classe 1997). Esordio in Serie A anche per Adam Ounas (1996), unico acqiusto rilevante nelle file del Napoli, e prima presenza con la nuova maglia del Benevento per Cristiano Lombardi (1995) e Vittorio Parigini (1996). Si sbilancia molto verso la linea verde la Roma, che contro il Verona ha schierato Cengiz Under (1997), Lorenzo Pellegrini (1996), Gerson (1997) e Patrick Schick (1996); i gialloblu “rispondono” schierando il predestinato Moise Kean (2000) da titolare e Daniele Verde (1996) dalla panchina, aspettando con ansia il Messi coreano Seung Woo Lee (1998). Fiorentina-Bologna ha ammirato le giocate di Federico Chiesa (1997) e di Gil Dias (1996) e l’esordio di Orji Okwonkwo (1998), mentre il Crotone si affida al 1997 Rolando Mandragora (scuola Juventus) e al 1998 Marco Tumminello (scuola Roma). Altrochè gioventù bruciata.

Simone Inzaghi. “Come te nessuno mai” oltre che a essere un film di Gabriele Muccino è anche la favola di Simone Inzaghi sulla panchina della Lazio. Confermato dopo la scorsa stagione, Inzaghi è l’allenatore che nella carriera biancoceleste ha guadagnato più punti (10) nelle prime 4 giornate di Serie A. Sarebbe addirittura a punteggio pieno se la Spal non avesse arrestato la propria corsa già alla prima giornata. Attenzione però: la Lazio non è solo Ciro Immobile. Vedere giocare la Lazio è un piacere per gli occhi: molti passaggi ravvicinati a 1 o 2 tocchi, cambi di gioco precisi con i tempi giusti e pressing compatto e ordinato. Se a tutto ciò aggiungi anche la fisicità di gente come Lukaku, Marusic e Caicedo dalla panchina, i biancocelesti possono davvero insidiare la zona Champions League e fare bene in Europa League. Complimenti.

Bene ma non benissimo.

Il Crotone. 4 giornate, 1 punto,6 gol subiti e 0 gol segnati. Gli squali crollano al gol di Skriniar solo dopo 80 minuti, nonostante la buona prova dimostrata sabato contro l’Inter. Questa potrebbe essere la partita dell’inizio della svolta verso i 40 punti che simboleggiano la salvezza quasi sicura. La concorrenza di certo non manca, ma la classifica per ora parla da sè. Mercoledì si va a casa della Dea, che inizia a sentire la continuità di giocare ogni 3 giorni. Chissà se i tifosi rossoblu potranno godersi la prima marcatura di questa stagione della squadra di Nicola.

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Flop.

Verona e Benevento. Due delle tre neo-promosse non hanno ancora ingranato la prima. Verona e Benevento anche questa settimana hanno raccolto dalla propria rete montagne di gol e alzato troppo presto bandiera bianca. Se il Benevento in netta presa di fiducia è stato ridimensionato dal Napoli, il Verona sembra squadra non da categoria con i soli Pazzini e Bessa unici a salvarsi nell’ennesima disfatta della stagione. Si attendono segni di vita.

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L’Emilia-Romagna. Se la SPAL aveva iniziato bene il campionato con 4 punti nelle prime 2 partite, non lo sta continuando altrettanto bene dopo le due sconfitte con Inter e Cagliari e i soli 3 gol all’attivo. Il Sassuolo non è ancora riuscita ad essere la mina vagante che l’anno scorso ha fatto punti con le piccole e tremare le grandi, Bucchi deve lavorare ancora sull’equilibrio della squadra. Il Bologna se non fosse per la vittoria graziata dal VAR a Benevento sarebbe più in fondo alla classifica di quanto non lo sia già e i problemi per Donadoni sono già molteplici (vedi la siccità di Destro in zona gol). Insomma l’Emilia-Romagna anche quest’anno è patria di speranze e non di campioni.

I retropassaggi. Inguardabili e inaccettabili i retropassaggi di Romagnoli e Gentiletti che spianano la strada alle reti di Lasagna e Immobile. Non al top di condizione il primo, entrato a freddo il secondo. Troppa sufficienza a volte paga dazio e un bomber vero sa sempre sfruttare anche l’occasione più sporca e isolata della partita. Un mix letale per le difese di Milan e Genoa. Ci auguriamo non capitino più, soprattutto per il bene della categoria.

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