La Mondadori di Rieti ospita “Chiaro di Venere”

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Alla Libreria Mondadori di Rieti verrà presentato il romanzo di Claudio Demurtas

Il 25 maggio, alle 18.00, nella Mondadori di Via Roma, Claudio Demurtas, classe 1942, presenta il suo primo romanzo dal titolo “Chiaro di Venere” pubblicato dalle Edizioni EventualMente.

Interverranno Gino Boy e il relatore, Girolamo Berti per introdurre il lettore in una Sardegna onirica in cui si snoda la vicenda di Federico Nemis, studente universitario di giurisprudenza, il quale, in un’epoca in cui la contestazione è l’unico modo per gridare la propria volontà di vita, si presente debole e titubante, sempre insoddisfatto e totalmente indifferente al clima di rinnovamento che caratterizzò gli anni Sessanta del secolo scorso. Unica sua vera passione giovanile è il calcio.

Al termine del suo corso di studi, ottiene la nomina di insegnante di lettere in una scuola media di uno sperduto paesino della Sardegna e questo gli permette di acquistare una certa autonomia economica e dalla famiglia d’origine, ma soprattutto di comprare la sua prima Seicento, un grande vanto per quegli anni. Diventa pertanto il punto di riferimento di molti alunni, che lo apprezzano per la sua passione istintiva.

L’iniziale indifferenza a tematiche politiche, sociali e religiose lascia così finalmente spazio a un percorso di formazione e di crescita anche grazie all’incontro con Luisella, una matricola della facoltà di giurisprudenza che proviene da un ambiente sociale operaio molto diverso da quello di Federico, con cui sosterrà pian piano accese discussioni politiche. È il 1963, in piena guerra del Vietnam con tutte le sue atrocità, ma altre saranno le occasioni di dibattito, tra cui l’elezione in Cile di Salvador Allende nel 1970 e il golpe dell’11 settembre 1973 che porta al potere Pinochet.

Caduti i pregiudizi che l’hanno condizionato profondamente e negativamente, e in seguito agli incontri con don Marino, un prete contestatore, Federico trova infine se stesso e gli altri, l’amore tanto agognato e la vita.

Con questo romanzo d’esordio Demurtas filma una condizione umana più vasta con descrizioni puntuali, personaggi che si incontrano, si perdono e si ritrovano, emozioni, digressioni ragionate su liberalismo e comunismo, religione e religiosità, excursus antropologici, geopolitici e sociologici.

Il tutto usando la parola in modo talentuoso, tessendo metafore e un fraseggiare classico e moderno allo stesso tempo. Il romanzo parteciperà alla 55esima Edizione del Premio Campiello

 

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