PlayStation Now arriva su PC

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Si chiude l’era delle esclusive console grazie alla PlayStation

Grande fermento in casa Sony! E del resto non potrebbe essere altrimenti visto l’annuncio delle ultime ore. Il colosso giapponese ha infatti annunciato che il suo servizio PlayStation Now sarà disponibile su pc nel Regno Unito e nel Belgio, paesi che faranno da apripista all’imminente sbarco del servizio negli Stati Uniti e poi, pian piano, nel resto del mondo.

Ma cos’è PlayStation Now? Si tratta fondamentalmente di un servizio di cloud gaming, un sistema di processione dei dati che, utilizzando una serie di risorse digitali, rende disponibili programmi e applicazioni on demand attraverso internet. Una mossa attesa da tempo, corona di una manovra economica attuata da Sony qualche anno fa quando, neanche troppo in sordina, la casa di PlayStation acquistò per la straordinaria cifra di 380 milioni di dollari l’americana Gaikai, tra i leader indiscussi di questo tipo di tecnologia. Da allora, Sony ha lavorato molto per integrare il cloud nei suoi servizi relativi al videogaming, senza tuttavia compiere un passo veramente sensibile verso l’utilizzo del cloud e limitandosi all’integrazione di servizio di archiviazione online.

Ora invece grazie al cloud, i giochi PlayStation, appannaggio delle sole home console, passano definitivamente su PC, chiudendo di fatto un’era di esclusività che aveva contraddistinto PlayStation sin dagli albori della sua prima console. Teste di serie del parco titoli Sony, come The Last of Us o Uncharted 3 saranno disponibili a chi deciderà di iscriversi al servizio, rendendosi comodamente giocabili anche grazie all’uscita di un apposito adattatore wireless per connettere il pad DualShock al PC al prezzo di circa 30 euro.

Difficile dire quando il servizio si renderà fruibile anche in Italia, tuttavia la trovata di Sony non è che l’ennesimo segnale di un cambiamento che sta investendo il settore del videogioco nelle figure dei suoi principali protagonisti. Già Microsoft, nel corso di quest’anno, e in occasione del recente Electronic Entertainment Expo di Los Angeles aveva mosso gli stessi passi, facendo coincidere parte della sua offerta per il videogaming console con quella PC, nel tentativo di creare un’unica e poderosa piattaforma che mettesse sotto il marchio Xbox sia i giocatori console che quelli PC. In tal senso era evidente che toccasse a Sony adeguarsi verso la stessa linea di pensiero, contribuendo insieme al suo storico concorrente a effettuare un primo passo verso quella che sarà una vera e propria rivoluzione.

A questo punto viene da chiedersi quale sarà il destino del mondo console dopo il 2017, ossia l’anno in cui i nuovi e chiacchieratissimo modelli di Xbox e PlayStation verranno immessi sul mercato. La sempre più stretta connessione tra console e pc, con tanto di condivisione del parco titoli (ad oggi vero punto focale della diatriba tra le due categorie di videogiocatori) va creando uno scenario in cui, salvo le mere caratteristiche degli hardware, quasi non esiste più differenza nella tipologia di offerta di intrattenimento. Complice l’integrazione di servizi come Netflix su tutti i fronti hardware, PC e console sono oggi più vicini che mai e non sarebbe strano se in un imminente futuro entrambe le case muovessero la loro attenzione (e conseguentemente quella dei loro utenti) verso piattaforme sempre più lontane dal canone “console” per muoversi in modo definitivo su PC. Il cloud, in particolare, si sta dimostrando sempre più come la tecnologia su cui vale la pena scommettere, capace già così com’è adesso, di annullare qualsiasi diatriba inerente le capacità di calcolo delle macchine fisiche, confermandosi come la vera e unica tecnologia oggi a prova di futuro.

La vera domanda a questo punto è: riusciranno gli utenti a staccarsi dalla consolidata idea di “brand” che anni ed anni di console hanno creato nei consumatori? Ma soprattutto, perderemo la voglia e l’abitudine di acquistare in formato fisico? La risposta è incerta, specie se si pensa a settori in cui il supporto fisico è ancora preponderante rispetto a quello digitale (pensate a libri vs ebook), e specie in quei paesi, come l’Italia, dove c’è da sempre una certa fascinazione per l’oggetto solido, come la scatola del gioco o del dvd, da sfoggiare orgogliosamente sulla propria libreria.

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