Paolo Rossi ed il capocomico Moliere

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Rossi capocomico nel Molière La recita di Versailles non rende nel gioco di specchi, perdendosi nel riflesso della comicità.

Al Teatro Bellini di Napoli dall’11 al 15 gennaio Paolo Rossi porta in scena ‘Molière-La recita di Versailles’ di Paolo Rossi e Giampiero Solari su un canovaccio di Stefano Massini.

Dopo lo spostamento della prima dal 10 all’11 gennaio, lo spettacolo ha debuttato sconfiggendo il freddo polare di questi giorni, incontrando il calore del pubblico partenopeo, sempre attento alle proposte culturali interessanti come lo spettacolo proposto.

Nonostante tutto faccia intendere che non ci sia uno schema, come ben introdotto da Rossi, con giri di parole dove la frase ‘recitare improvvisando ed improvvisare recitando’ viene ripetuta, la struttura invece c’è.

Giunto al termine del primo anno di repliche, lo spettacolo è strutturato nel canovaccio dove  Rossi parte dal monologo introduttivo, passando per un brano musicale, cui segue l’improvvisazione degli attori, la scena recitata dal Molière tratta dai tre capolavori: Il Misantropo, Il Tartufo e Il Malato immaginario ed infine il brano musicale in conclusione.

In questo spettacolo Molière è il pretesto e Rossi l’argomentatore. Uno spunto nato dalla famosa ‘Improvvisazione di Versailles’ l’opera richiesta dal Re Luigi XIV, il re Sole, a Molière al mattino per andare in scena al pomeriggio dello stesso giorno.

Pretesto per qualcosa di nuovo partendo dal vecchio, passando per comicità, musica e recitazione. Il tutto sotto una scenografia scarna, dove campeggia l’immagine del riccioluto Molière su di un palco nel palco.

Rossi si lancia con la verve che lo contraddistingue in monologhi con qualche sbrodolatura di concentrazione oppure era improvvisazione anch’essa? Eppure qualche battuta sembra far parte del suo repertorio, qualcosa di già sentito, reminescenze di un comico nelle vesti di un capocomico.

In scena uno splendido Fulvio Falzarano che nel piccolo assaggio da ‘Il tartufo’ ne coglie l’ambiguità ecclesiale, mentre Mario Sala interpreta un nervoso e scettico Alceste de ‘Il Misantropo’. In scena Riccardo Zini Lucia Vasini, Karoline Comarella, Paolo Grossi.

Il gruppo degli attori-musici ‘I Virtuosi del Carso’ è composto da Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi, Bika Blasko,

Nonostante la volontà di lasciare il pubblico sempre in balìa del ‘non definito’, lo spettacolo non convince, nonostante la professionalità degli artisti in scena. L’inserimento di ragionamenti politici sulla caduta dei valori della sinistra non arricchiscono più di tanto le argomentazioni, mentre Rossi si toglie la soddisfazione di indossare il completo papale con il basco del ‘Che’. Un gioco di specchi dove la comicità resta indefinita anch’essa.

 

 

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