Racconti e musiche per i giorni di Natale a San Paolo Maggiore

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Il Natale di Gianni Lamagna parla napoletano e chiude il ciclo delle feste natalizie con un concerto il giorno della Befana

Un progetto, quello di Gianni Lamagna, che conta già tredici edizioni e che si avvale della collaborazione del Centro Progetto Oasi, e dell’ ospitalità sempre impeccabile dei Padri Teatini della Basilica di San Paolo Maggiore a Piazza San Gaetano (Na).

Le zampogne risuonano nella navata della basilica eretta sull’area in cui sorgeva il tempio dei Dioscuri mentre le voci narranti ci svelano i pensieri di una Maria adolescente, figlia che diventerà inconsapevole madre, a introdurre i canti le voci le melodie antiche di Lello Giulivo, Anna Spagnuolo, Pina Selillo, Patrizia Spinosi.

Le tarantelle di Natale, la ninna nanna che Anna canta alla figlia Maria, la “Rosa d’argento”, madre del Salvatore poco più che bambina, testo basato su materiale linguistico di provenienza avellinese e elegantemente arrangiata da Antonello Paliotti (che ha posto la sua ispirata mano su tutto lo spettacolo); i galli ed i capponi, susamielli e vino, in un continuo richiamo ad una lingua da difendere e conservare, in un’operazione linguistica che mira a passare il testimone alle nuove generazioni affinchè non perdano “parole e suoni della propria storia”. E’ così che il sacro si mescola al profano e, accanto alle note -di facile ravvisabilità- di “Astro del Ciel” o del refrain di “Tu scendi dalle stelle”, lo spettatore ascolta la storia di chi a Natale non sa come mettere il piatto a tavola, tra accordi di ciaramella e tintinnare di tammorre. Fa capolino un frammento di Salvatore Di Giacomo, eseguito mirabilmente a cappella da Lamagna, Giulivo e Anna Spagnuolo, mentre Patrizia Spinosi esegue “Se pò sunà” insieme a “Le mamme di Sisina”.

Tutto ciò non stupisce chi conosce e apprezza “Neapolitan Shakespeare”, ma lascia attonito e dubbioso coloro i quali, per questi 13 anni, non sono mai riusciti a festeggiare la Befana assistendo a questo “concerto per voci e strumenti” basato sul talento di Aurelio Bertucci (violoncello), Carmine Bruno (percussioni), Gennaro Cappabianca (violino), Michele De Martino (mandolino), Vincenzo Lamagna (contrabbasso), Luigi Petrone (clarinetto), Paolo Propoli (chitarre), Mario Ciro Sorrentino (Zampogna e ottoni) e Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi; è un napoletano barocco quello degli attori che introducono i brani, e nondimeno lo è quello delle canzoni eseguite da questi splendidi interpreti, in uno spettacolo che è un percorso che si snoda tra l’accettazione di un destino non scelto (quello di Maria), al suo rapporto con la madre Anna passando per la nascita miracolosa che ne lascia intatta la verginità fino alla persecuzione di Erode e la fuga in Egitto.

ph: Luigi Maffettone

 

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