George Best – Il bello della vita

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Adolescenza. Che bella parola. Fine anni ’90 ed inizio 2000, capivo che la mia vita stava cambiando radicalmente

Le prime donne, le prime canne, birra a go-go. E nel mio cambiamento anche la dottrina musicale iniziava a cambiare. Queen, Doors, Beatles, Rolling Stones e REM.

A scuola, un disastro, ma questa è un altra storia. La mia storia inizia un pomeriggio leggendo una rivista. Non può essere vero. Non è realmente accaduto.

Ci sono persone che credono nel caso, altre nella volontà di Dio. Io raramente ho creduto nel destino. Nel 2000 nelle sale cinematografiche esce un Film: The Best. Lo stesso personaggio che avevo letto nella rivista. Al cinema in zona nemmeno a parlarne ma la “Gazza” qualche mese dopo proporrà un film diretto da Mary McGuckian e interpretato da John Lynch.

Per non farmi mancare niente ovviamente ho approfondito il capitolo leggendo un libro; Titolo “The Best” pubblicato da Baldini & Castol.

Best? Ma cosa sto leggendo. È cosi, semplicemente cosi.

Il ragazzo di Belfast già da ragazzino era molto apprezzato per il suo essere speciale mentre toccava la palla ed accarezzava la sfera. Il padre aveva deciso che il figlio avrebbe lavorato presso un giornale. Durante una partita domenicale un osservatore del Manchester United, tale  Bob Bishop, vide giocare George e se ne innamorò sin da subito, così decise di portarlo con sé per farlo giocare con i Red Devils e, nonostante il padre del giovane tentennasse, lo convinse grazie ad un telegramma che diceva:

“Credo-di avervi-trovato-un genio-firmato-B.B.” La dirigenza, che stimava Robert non tentennò e rispose in maniera positiva. Il Manchester aveva detto si. Bob aveva fatto una scommessa, Il Sig Best Sr si era convinto. Quindi tutto fatto. George Best è dello United.

 

Debuttò in campionato all’età di 17 anni, il 14 settembre 1963, contro il West Bromwich e nello stesso anno realizzò il primo goal da Pro in FA Cup.  Matt Busby è stato un padre a livello sportivo e su di lui ha costruito la leggenda del grande Manchester United.  Law, Charlton e Best divennero le bandiere dello United capace di spazzare via gli avversari e di diventare grandi.

 

 

Nel 1968 il Manchester entra nella storia. Finale di Coppa dei Campioni, ma l’avversario di turno non è semplice: di fronte ai Red Devils c’è il Benfica di Eusebio…….

La partita si gioca a Londra nella cornice di Wembley davanti a 93.000 spettatori. Busby dice ai ragazzi semplicemente che dovrà essere una notte Inglese, in una città Inglese, in uno stadio Inglese ed a vincere dovrà essere un Inglese. Chiarissimo. Lo United ci mette 90 minuti a carburare ma nei supplementari schianta il Benfica e vince per 4-1. Best segna un goal meraviglioso e nello stesso anno vincerà pure il pallone d’oro. E’ l’inizio di una favola. Best in campo segna e gioca bene, ma le sue gesta diventeranno famose per altro. Donne, casinò, alcool, notti in discoteca. Insomma, il Manchester di notte ha un nuovo padrone: George Best.

 

A causa dei numerosi vizi così, gli allenamenti iniziarono a saltare. Nel frattempo di questa storia, per limiti di età, Busby lascia la panchina ed al suo posto arriva Wilf McGuinness. George perde il suo padrino calcistico che lo motivava, coccolava, amava e perdonava. Wilf, considera George un calciatore “normale” e Best piano piano si allontana dal progetto UTD.

Il ritorno di Sir. Matt Busby sulla panchina del Manchester United nella stagione 1970-71, coincise con l’inizio dei problemi comportamentali di Best: la FA lo multò per aver ricevuto tre cartellini gialli consecutivi per cattiva condotta in campo e lo United lo mise fuori rosa per due settimane dopo che il ribelle nord-irlandese perse il treno per la trasferta di Stamford Bridge dopo aver trascorso una notte con l’attrice Sinead Cusack. Lo stesso episodio si verificò la stagione successiva, quando saltò un’intera settimana di allenamento per essere stato in vacanza con Carolyn Moore, miss Gran Bretagna 1971. Nonostante tutto, il rendimento di Best sul campo non subì alcuna flessione: triplette decisive contro West Ham e Southampton e 27 reti in 54 gare che lo resero il migliore marcatore della squadra.

Il declino dello United continuò e con esso quello di Best che era ormai rimasto l’unico vero talento in squadra. La sua ultima gara con la maglia dello United fu contro il Queens Park Rangers, dove i Red Devils persero 3-0.
Dopo aver saltato gli allenamenti dei tre giorni successivi alla gara contro il QPR, Best fu messo fuori rosa dal manager Docherty. Venne arrestato (e poi subito rilasciato) con l’accusa di aver rubato una pelliccia, il passaporto e il libretto di assegni della modella americana e presentatrice televisiva Marjorie Wallace. Intanto lo United, retrocesse in seconda divisione nella stagione 1973-1974.

Il lento ed inesorabile declino della sua carriera calcistica iniziò nell’istante in cui decise di svestirsi della maglia che lo aveva reso il campione che oggi celebriamo. Lasciato il Manchester, il genio nord-irlandese iniziò un lungo peregrinare nel mondo che lo portò a giocare in vari clubs in Sud Africa, Irlanda, Stati Uniti, Scozia e Australia.

Tuttavia sempre in Inghilterra Best regalò ai suoi tifosi l’ultimo bagliore in campo: l’esperienza al Fulham nella stagione 1976-77 fu molto positiva. Nonostante l’età e la condizione fisica non esaltante, Best e i suoi compagni di squadra regalarono molte emozioni ai tifosi del Fulham. Memorabile la gara contro l’Hereford vinta per 4-1. Best si ritirò dal calcio giocato a 37 anni, nella stagione 1982-83.
L’ 8 agosto del 1988 si disputò a Windsor Park il George Best testimonial match. L’ex United siglò due reti e tra il pubblico vi erano Matt Busby e Bob Bishop: i due uomini che portarono il suo genio sui campi da calcio.

George inoltre, è diventato un simbolo per i suoi famosi aforismi che hanno alimentato ad aumentare la sua popolarità facendolo amare dagli uomini ed ovviamente dalle donne:

“Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l’ho sperperato.”

 “Alcune cose me le sono lasciate sfuggire… Miss Canada, Miss Regno Unito, Miss Mondo..”

 “Ho smesso di bere, ma solo quando dormo.”

 “Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita.”

 “Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé”

 

Dopo diversi anni, nel 2000 George venne ricoverato: gli serviva un trapianto di fegato, a seguito dei suoi problemi con l’alcool. Poi arriva il 2005, ed a causa di un infezione epatica, Best muore. Le sue ultime parole furono: “Non morite come me!”.  L’Irlanda e l’Eire decidono di “unificarsi” per un giorno e di rendere omaggio al proprio idolo con un funerale degno di un re.

Qualcuno scrisse:“Piu’ gente al funerale di George che a quello del papa.” Verissimo.

 

Inoltre, a Best, nel corso degli anni sono stati attribuiti vari onori. Una banconota in serie limitata da 5 sterline e l’aereoporto di Belfast . Qualche calciatore ha avuto questo onore?

Film, libri, documentari e le magliette con il numero 7 che si vendono ancora. (Ovviamente io ne possiedo una comprata rigorosamente in Irlanda). Geniale, bello, elegante, per molti il quinto Beatles, per altri il vero Beatles. Per me resta semplicemente George Best. The best.

 

La formazione dello United campione d’europa nel 1968

 

Porta                   Alex Stepney

Difesa                 Shay Brennan †, Tony Dunne, Bill Foulkes †, David Sadler

Centrocampo       George Best †, Sir Bobby Charlton, Paddy Crerand, Nobby Stiles

Attacco               John Aston, Brian Kidd

Allenatori            Sir Matt Busby †

 

In collaborazione con Gianluca Apicella.

Foto principale tratta da calcioweb.

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