Pasquale D Aniello: la penna del calcio giovanile

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Pasquale D’Aniello è considerato uno dei maggiori esperti del calcio giovanile in Italia. Gli abbiamo chiesto in che stato versa il calcio dei ragazzi

Magazine Pragma è lieta di ospitare una breve chiacchierata con Pasquale D’Aniello definito a ragione una delle più accreditate firme nell’ambito del giornalismo specializzato, con una vastissima conoscenza del calcio giovanile non solo campano. Le sue qualità già ampiamente esplicitate hanno ricevuto la giusta consacrazione con il meritatissimo premio di “Miglior giornalista sportivo 2014”, ottenuto con merito a margine del XXII° Torneo Calcistico Giovanile di Gallipoli. La sua capacità affabulatoria crea stuzzica le aspettative di tutti quei giovani che, attraverso tanti sacrifici ed enormi rinunzie, si accostano a questo meraviglioso sport.

Sei stato appena premiato al XII° Torneo giovanile di Gallipoli, con un riconoscimento prestigiosissimo quale “Miglior giornalista sportivo 2014”, quindi chi più di te è in grado di dirci quale è lo stato del calcio giovanile, alla luce di quanto è venuto fuori dal torneo salentino.

“Innanzitutto vorrei ringraziare chi con tanta passione organizza un evento così importante quale il Torneo Internazionale di Gallipoli giunto alla sua XII edizione, vale a dire il dott. Attilio Caroli Caputo. Dire “Grazie” per l’onore conferitomi e far notare che questa competizione ormai è diventata un appuntamento fisso per chi cerca, nella primissima categoria che conta appunto gli esordienti, un confronto costruttivo per la crescita dei suoi piccoli atleti.   Per rispondere alla Vs. domanda ed in base alla categoria vista a Gallipoli, gli Esordienti (per quest’anno i classe 2002), posso dire che ci sono grossissime potenzialità! Soprattutto nella nostra terra Campana! I ragazzi del Napoli, nonostante non abbiano bissato il successo dello scorso anno  quando vinsero il torneo,  hanno certificato il fatto che su di loro si può contare. Naturalmente adesso stà alla Società Napoli e all’occhio vigile del Direttore Grava far crescere in modo adeguato questi ragazzi sia sotto il profilo tecnico che umano. Inoltre sempre nel Torneo di Gallipoli, anche piccole scuole calcio come il Capua (Ce) ed il Sant’Aniello di Gragnano (per parlare delle Campane) non hanno affatto sfigurato contro squadre blasonate e con diverse metodologie di insegnamento come l’Inter il Milan, il Torino, l’Udinese, la Juventus etc. Non a caso al Mister Gallo del Sant’Aniello è stato consegnato un premio speciale per il miglior gioco espresso. Vi dico di più! Molte società blasonate, di cui sopra hanno aguzzato molto la vista sui ragazzi del Capua e del Sant’Aniello. Questo stà a significare che questo torneo nel Salento è anche una vetrina importante. Importante per tanti altri ragazzi napoletani e campani in altre squadre e ragazzi stranieri come l’argentino Gabi Sotomayor, premiato come miglior calciatore. Molti i ragazzi Campani in altre squadre, tra le quali Juventus e Inter. Chi mi ha impressionato di più è stato uno Stabiese attaccante dell’Inter che ha vinto il Torneo, aggiudicandosi il “Trofeo Caroli Hotels”. Un ragazzino (Esposito) fisicamente molto somigliante a Moriero … lo stesso ricciolo,  ma con la zampata ed il fiuto del goal del grande Emilio Butragueno. Naturalmente tutto in miniatura e con il mio più sincero augurio che un giorno possa diventare veramente come i succitati fuoriclasse!”

 

Il calcio giovanile campano in che stato versa?

“ Mortificante! Nel senso che non c’è un rapporto ugualmente proporzionato tra risorse umane e strutture. Se poi andiamo ad esaminare, in alcuni casi, chi impartisce lezioni di calcio e lì… ci cadono addirittura le braccia!  Nei miei “iter” tra i tanti campi Campani ho potuto constatare quasi sempre una deficienza di strutture organizzative per i giovani calciatori. Alcune società sono costrette ad allenarsi su campi di calcetto che non consentono la giusta tenuta quando poi si vanno a disputare le varie gare ufficiali. C’è da riconoscere però, che ci sono tantissimi direttori e tecnici che con enormi sacrifici sono stacanovisti nel portare avanti le loro buone idee e nonostante i tanti ostacoli riescono a trarre grosse soddisfazioni. Se parliamo di una realtà a noi vicina, quella della Juve Stabia, possiamo notare che nel corso di qualche decennio si sono avute grosse soddisfazioni con un settore giovanile che ai tempi della “B” ha retto benissimo il confronto con squadre del calibro di Lazio e Roma, grazie anche al prezioso lavoro di gente come Mario e Alberico Turi. Aggiungo che accanto a questi uomini che con passione e abnegazione che tra tante difficoltà portano avanti un costruttivo discorso di crescita del calcio giovanile, anche le Istituzioni potrebbero contribuire in modo determinante a risollevare le sorti di questo sport che risulta il più amato al mondo.”

In questo tuo lungo percorso professionale, hai visto e conosciuto diversi ragazzi che oggi calcano i campi delle serie maggiori, chi ti ha impressionato da subito?

Per i ragazzi visti uno su tutti Rugani, attuale punto di forza dell’Empoli. Ma ne potrei citare tantissimi, ma il mio occhio và sempre sui Campani  Piscitella, Verde, Somma ai tempi delle giovanili della Roma. Poi tutti i napoletani protagonisti del mio libro “Scugnizzeria agli Albori di un Successo”, con un sentimento particolare per Giuseppe Nicolao e non da meno Roberto Insigne e company, con i più piccoli di quel gruppo Tutino, Guardiglio, Romano, etc.

Cosa significa per te poter scrivere di calcio giovanile, sapendo che la tua arguta, sapiente e autorevole penna è in grado di far sognare le nuove leve del calcio?

 “Io penso che l’unico a sognare, quando scrivo, sono io! Infatti per me questa è una passione e lo faccio con vera gioia e sono deliziato quando su di un rettangolo di gioco, tra i ventidue ragazzi che rincorrono una palla, cè né uno che compie un movimento estroso…un lancio perfetto…un traversone calibrato…o …una plastica parata!”

Come sai la nostra testata è giovane e dinamica, composta per lo più da giovani, ai quali prevalentemente si rivolge. Alla luce di ciò cosa consiglieresti a chi muove i primi passi nelle redazioni?

 “Qui debbo rubare una frase famosa e trattandosi di una passione intrinseca, non posso dire che : “và dove Ti porta il cuore”. Naturalmente sempre piedi a terra con il massimo rispetto per tutti e tutto, cercando di non agognare all’obbligo dello “scoop” e per ritornare alle linee guida del calcio internazionale RESPECT”.

 

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