Palazzo dello Spagnuolo – Napoli

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Il Palazzo dello Spagnuolo o Spagnolo è uno dei magnifici esempi del barocco napoletano, sito in Via dei Vergini nel rione Sanità, deve il suo soprannome a uno dei suoi primi proprietari don Tommaso Atienza detto lo Spagnuolo.

Il Palazzo dello Spagnuolo fu costruito nel 1738 e il progetto è attribuito da sempre a Ferdinando Sanfelice, architetto che progettò anche Palazzo Sanfelice. Caratteristica che lo distingue e che rimanere impressa nella mente dei visitatori è l’imponente scala monumentale a doppia rampa, detta a “ali di falco”.

 La facciata si presenta su tre piani, nei quali lesene e capitelli si alternano a balconi, che al primo piano sono sormontati da cimase e timpani spezzati e al secondo da elementi curvilinei e archi sagomati. Il terzo piano, aggiunto in seguito, presenta ancora la cornice che delimitava l’antica struttura.

 Il portale, si presenta tra pilastri di piperno sormontato da volute e cartigli che sorreggono il balcone del piano nobile. All’interno superato l’androne si arriva al cortile dal quale si meraviglia la scala a doppio rampante con cinque aperture per piano con eccezione dell’ultimo. A ogni piano troviamo lunette con decorazioni in stucco, con busti e motivi floreali di gusto barocco.

Nasce su desiderio del marchese Nicola Moscati che ereditando, dopo il matrimonio con la figlia del barone d’Albanella due palazzi vicini li fece abbattere per regalare una dimora più sfarzosa alla sua famiglia e costruirne uno più grande, i cui lavori di stucco in stile roccocò furono progettati dall’ingegnere del regno Francesco Attanasio ed eseguiti poi dallo stuccatore Aniello Prezioso.

 

Quest’ultimo si avvalse della collaborazione del capomastro Felice Polito. Nel 1759 il palazzo passò in eredità al figlio di Nicola Moscati, Giuseppe che poi lo lasciò al suo discendente anch’esso Nicola. Col trascorrere degli anni la famiglia aveva perso molta della sua potenza economica e il tribunale decise di vendere alcuni degli appartamenti nel palazzo ai creditori. Uno di questi fu don Tommaso Atienza detto lo Spagnolo.

Egli fece eseguire lavori di ampliamento sul lato destro, affidando i lavori all’architetto Antonio Pecovaro, mentre il pittore Domenico Pane realizzò alcune decorazioni sui nuovi soffitti. Nel 1833, il palazzo venne da nuovo espropriato dal tribunale e messo all’asta. Nel 1833, dato il forte indebitamento di Atienza, causa forse il cospicuo costo dei lavori di restauro e abbellimento del palazzo che lo costrinsero poi a doverlo cedere. Successivi proprietari furono il farmacista Chiapparo, i fratelli Chambeyront e la famiglia Costa nel 1850 che acquistò quasi tutto l’edificio. Nel 1925 in seguito alla visita di re Umberto di Savoia, il palazzo fu dichiarato monumento nazionale.

Altri lavori di restauro furono eseguiti tra il 1966 e 1980, e tra il 1997 e il 2000, lo scultore Augusto Perez comprò uno degli appartamenti e riuscì a recuperare le antiche decorazioni nascoste da selvaggi lavori operati dai diversi proprietari. Poi il palazzo vide la proprietà suddivisa e solo due appartamenti all’ultimo piano, sono stati acquistati dalla regione Campania. Il palazzo in passato ha ospitato l’Istituto della Guarattelle (museo dei burattini locali e internazionali) e oggi ospita eventi culturali di rilievo.

foto fonte facebook

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