Inghilterra: intere coltivazioni “lasciate a marcire” a causa della Brexit

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Frutta e verdura lasciate a marcire sulle piante e sugli alberi: queste le scene a cui si sta assistendo negli ultimi giorni in Inghilterra, a causa della mancanza di manodopera estera dovuta agli effetti della Brexit. Gli agricoltori hanno dichiarato recentemente ad Euronews che le limitazioni alla libertà di movimento introdotte a causa dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea stanno avendo un impatto “devastante” sul mercato agroalimentare di Sua Maestà.

La Brexit, i cui effetti hanno iniziato a farsi sentire all’inizio dell’anno, si è tradotta in un aumento vertiginoso nella difficoltà di assumere operai specializzati dai paesi dell’Europa dell’est, che in precedenza costituiva il principale bacino da cui attingere.

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Stando a quanto ha dichiarato Barfoots of Botley, compagnia agricola situata nei pressi di Bognor Regis, nel sud dell’Inghilterra, i dati sono già sconcertanti, con tonnellate di primizie e prodotti che andrebbero raccolti e consumati in tempi brevi, come ad esempio quasi 750,000 zucchine, sono stati lasciati a marcire a causa di queste problematiche. La compagnia ha dichiarato di non essere riuscita ad assumere personale, e che, se la situazione dovesse proseguire, potrebbero essere costretti a prendere decisioni drastiche e difficili sul proprio futuro.
Il direttore esecutivo Julian Marks ha dichiarato che “le restrizioni alla libertà di movimento hanno avuto un effetto devastante, e non solo sull’agricolture e sull’orticoltura. Praticamente in tutti i settori produttivi che impiegavano persone arrivate dall’estero per cercare lavoro si stanno avendo le stesse difficoltà: i lavoratori stanno tornando nei propri paesi d’origine“. La diretta conseguenza di tale crisi è la crescente difficoltà da parte delle aziende di soddisfare la domanda interna, specie quella della grande distribuzione e dei supermercati.
Marks ritiene ormai “inevitabile” che molte catene di supermercati, come Sainsbury o Tesco, saranno a breve obbligate a ricorrere ad importazioni dall’Unione Europea per evitare che gli scaffali rimangano vuoti.
Questo è solo l’ultimo degli effetti negativi avuti dalla Brexit sul mercato del Regno Unito. Appena qualche mese fa ci sono state enormi difficoltà ad assicurare il transito dei camion diretti in Inghilterra dallo scalo commerciale di Dunkerque, con conseguenze nefaste, ad esempio, sul mercato floreale britannico, che ha registrato un generale aumento dei prezzi, un calo delle vendite, ed un gran numero di aziende in bancarotta.
Non si può non ritenere che questi ulteriori sviluppi avranno un sicuro peso sugli esiti dell’ormai prossimo secondo referendum sull’indipendenza scozzese, in programma nei prossimi mesi, dovuto ormai non solo, o meglio, non più, alle tensioni storiche e culturali tra Inghilterra e Scozia, ma anche e soprattutto alla volontà da parte della nazione settentrionale di tornare a far parte dell’Unione Europea.

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