Pane sulle nostre tavole: tutto nero!

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Le mode modificano il nostro modo di vestire, di parlare, di comunicare e anche di mangiare il pane.

Sono molte le modifiche in positivo che negli ultimi anni sono avvenute sulle nostre tavole. Di recente nelle vetrine di panifici, pizzerie, pub e tavole di ristoranti “impazza” il PANE NERO. Ammetto che la prima volta che l’ho visto (un po’ come mi è successo per il riso venere) sono rimasta turbata, ma poi l’ho assaggiato e… interesse fu. Per cui ho iniziato le mie ricerche. Per prima cosa è necessario sapere l’origine di questo colore: tutto dipende dall’aggiunta all’impasto di un vecchio amico, il carbone vegetale.

Questo è un prodotto ottenuto dal legname (accuratamente selezionato) che viene sottoposto ad un processo di decomposizione termica, al termine del quale si ottiene una polvere finissima. Il carbone vegetale è un classico rimedio per combattere l’areofagia della pancia, un disturbo frequente nella popolazione, specie dopo i trent’anni, che si presenta a causa generalmente di un’alimentazione scorretta, stress, allergie e problemi digestivi vari riconnessi alle funzionalità di stomaco e intestino. In questo senso il carbone vegetale è un ottimo rimedio perché la sua composizione è fortemente assorbente, ovvero fa aderire singole molecole alla sua superficie grazie alla presenza di un enorme numero di microscopici pori che trattengono liquidi, gas, batteri patogeni e virus presenti nel tratto gastrointestinale. Non ne serve tantissimo, pare ne sia sufficiente una decina di grammi per ogni Kg di farina. L’effetto ottico è spiazzante e il sapore gradevole, considerato che il carbone non rilascia odore né sapore. Per cui la pizza o il panino che mangiamo mantiene il sapore, ma si arricchisce di proprietà benefiche. Presa dalla curiosità allora ho deciso di fare un esperimento, per me ben riuscito, facendo la focaccia in casa con l’aggiunta di carbone.

Interessante è stato notare che, nonostante la presenza di lievito di birra, con l’aggiunta di 13-15g di carbone per un chilo di farina non ho sentito il solito senso di gonfiore e il fastidio alla pancia che spesso si tramutava in spiacevoli urgenze. In ogni caso suggerisco di mangiarlo non spessissimo, per evitare effetti collaterali cel carbone che, seppur rari, possono presentarsi.

Visto che sono scettica per definizione pensavo fosse un caso, ma ad esperimento ripetuto l’esito è stato il medesimo, per cui ecco la ricetta:

Ingredienti

250 gr di farina

3 gr di carbone vegetale

mezzo cubetto di lievito di birra

evo q.b.

200 ml di acqua tiepida

un cucchiaino di zucchero

sale

Mischiare la farina con il carbone, distribuire a fontana e nel centro mettere il lievito il sale, lo zucchero e l’olio. Fare assorbire tutta la farina e alla fine formare dei panetti. Dopo 30-45 min di lievitazione stendere e farcire a piacere la focaccia.

ph: M. Piras

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