Cinema

“Enaiat, l’incredibile storia” di Patrizia Schiavo

Pubblicato da
Maria Pia Nocerino
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Ci sono storie talmente surreali alle quali si stenta a credere. Eppure sono vere! Sono drammaticamente vere! La storia di Enaiatollah Akbari è una di queste. Per fortuna a raccontarcela è proprio lui, quindi sappiamo, a priori, che la sua, pur essendo una storia terribile, è una storia a lieto fine.

Enaiatollah Akbari oggi vive in Italia ed è dottore in Scienze Politiche, ma Enaiatollah Akbari è stato un bambino che ha vissuto un vero e proprio inferno e, contro ogni aspettativa, è miracolosamente sopravvissuto. Aveva soli 10 anni quando si è ritrovato completamente solo da un giorno all’altro. Ha oltrepassato cinque stati, vivendo per strada, facendo mille lavori e mischiandosi a gente occasionale. Con sé aveva solo la sua disperazione e tre regole da seguire.

Otto anni di inferno. Partito dall’Afghanistan insieme alla sua mamma, Enaiat è poi rimasto completamente solo attraversando il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia per poi arrivare e fermarsi definitivamente in Italia.

Enaiat, l’incredibile storia, il film

Da questa storia sono nati due libri, entrambi a firma di Fabio Geda e da uno di essi, da “Nel mare ci sono i coccodrilli” è nato il film “Enaiat, l’incredibile storia” diretto da Patrizia Schiavo presentato in anteprima al Teatrocittà e al Cinema Eden di Roma nei giorni 6 e il 7 luglio.

“Nel mare ci sono i coccodrilli.Storia vera di Enaiatollah Akbari”  è disponibile anche su Amazon

 

Ho avuto il privilegio di assistere al lungometraggio in anteprima, un progetto in cui la radice teatrale è molto forte. E’ infatti la CNTCompagnia Nuovo Teatro che si avventura nella realizzazione dell’opera fondendo l’arte cinematografica con quella teatrale.

Il messaggio della disperazione e della lotta alla sopravvivenza buca lo schermo e arriva allo spettatore dritto, forte e doloroso. Un pugno allo stomaco. Nei panni di Enaiat Antonio De Stefano, non proprio un bambino. Disturba un po’ la difformità anagrafica tra l’attore ed il protagonista della vicenda, ma una volta superata questa perplessità, lo spettatore vive la vicenda e si ritrova a temere e a soffrire per le sorti di Enaiat; sintomo che De Stefano riesce ad essere pienamente credibile.

A mantenere alta la tensione l’escamotage dello sdoppiamento tra l’Enaiat narrante e l’Enaiat protagonista degli eventi. Il potere della narrazione e della parola è sicuramente la vera ricchezza del progetto cinematografico che nella sua interezza non presenta fronzoli.

Il trailer

Link al trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=ReLYyttwpV8

L’inferno di Enaiat è finito, ma…

Un lungometraggio da portare in visione ovunque, soprattutto nelle scuole, per far conoscere anche alle nuove generazioni cosa avviene dall’altra parte del mondo.

Al termine del lungometraggio, dopo aver versato copiose lacrime, l’animo si risolleva al pensiero consapevole che l’inferno di Enaiat è finito da tempo, ma subito dopo si rabbuia: “Quanti Enaiat stanno vivendo in questo momento la medesima condizione? E quanti Enaiat non potranno mai raccontare la loro storia?”

Per questi e per tanti altri interrogativi occorre ringraziare Fabio Geda, autore del libro “Nel mare ci sono i coccodrilli” e Patrizia Schiavo e la CNT – Compagnia Nuovo Teatro che hanno dato vita al progetto cinematografico “Enaiat, l’incredibile storia” contribuendo in tal modo a far conoscere una realtà inimmaginabile e a gettare il giusto seme nelle coscienze di tanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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