Nel 2020 sono 543 i ragazzi che hanno lasciato la scuola dopo la licenza media. Con questi numeri l’Italia è tra i paesi con maggior numero di dispersione scolastica. Soprattutto al Nord, le piccole e medie imprese faticano a trovare figure professionali altamente specializzate. Secondo uno studio della Cgia, l’Italia è al terzo posto in Ue per dispersione scolastica con il 13,1%. Peggio di noi solo Malta e Spagna.
Con l’avanzare della tecnologia, che preso si è sostituita alla metodologia didattica tradizionale, la dispersione è in aumento. Sempre secondo gli studi, la dispersione scolastica in Italia è 8 volte superiore di quella dei cervelli in fuga. Un percorso scolastico non concluso, deriva principalmente da condizioni sociali ed economiche. Ragazzi che crescono in un ambiente socialmente svantaggiato, in una famiglia con un basso livello di istruzione, è molto probabile che non conseguano neanche il diploma.
Talvolta la dispersione scolastica è dovuta all’insoddisfazione dello studente rispetto al piano formativo della scuola. Al Sud registriamo una maggiore tendenza alla dispersione scolastica: Sicilia, Campania e Calabria, regioni dove in 10 anni hanno aumentato la dispersione scolastica dello 0,6%. Meglio procedendo verso Nord, anzi, nordest, dove l’incidenza di abbandono scolastico è tra i più bassi in assoluto (9,9%).
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