La serva padrona: il capolavoro senza tempo entusiasma il pubblico genovese

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Lunghi minuti di applausi, giovedì 9 maggio al  Teatro della Gioventù di Genova per“La Serva Padrona”. Un progetto dedicato agli studenti, promosso in collaborazione con Operaland.

Le musiche sono state dirette dall’ Orchestra del Carlo Felice guidata da Antonio Gambula,  con la regia curata da Lorenzo Giossi, le scene e i costumi sono state curate del Teatro Carlo Felice. Il cast è stato formato dai giovani cantanti dell’Eos (Ensemble Opera Studio) con Stefano Paradiso, nel ruolo di Uberto, Ryoko Koinuma e Laura Esposito che si alterneranno in quello di Serpina e Lorenzo Giossi, che oltre ad essere il regista, vestirà anche  i panni di Vespone.

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La scena inizia con Uberto, che svegliatosi da poco, è arrabbiato perché la serva Serpina tarda a potargli la tazza di cioccolata con cui è solito iniziare la giornata (Aspettare e non venire) e perché il servo, Vespone, non gli ha ancora fatto la barba. Il ricco e attempato signore Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approfitta della bontà del suo padrone. Uberto, per darle una lezione, le dice di voler prendere moglie: Serpina gli chiede di sposarla, ma lui, anche se è molto interessato, rifiuta…..ma poi….. non vogliamo svelare la conclusione…..chissà come va a finire visto che Uberto ad un certo punto dice: Ah! Costei mi va tentando ; quanto va che me la fa…..e poi nella 9° aria …….son imbrogliato io già; ho un certo che nel core che dir per me non so s’è amore, o s’è pietà, io sto fra il sì e il no, fra il voglio e il non voglio e sempre più mi imbroglio, me misero infelice che mai sarà di me ?!
La speranza è che un prodotto teatrale così ben riuscito possa essere portato in giro per i teatri italiani, affinché sempre più persone ne possano godere e abbia il giusto successo che merita.

Lo spettacolo ha incantato il pubblico genovese, con risate fragorose e scroscianti applausi hanno accompagnato la prima de “La serva padrona”, composta nel 1733 come intermezzo comico all’opera seria “Il prigionier superbo”. Ieri come oggi, la storia dell’irriverente Serpina conquista e seduce il pubblico, confermando la sua modernità anche a distanza di quasi trecento anni.

Patrizia Gallina

(Foto di Marcello Orselli) 

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