I “Sette vizi napoletani” dei fratelli Gallo incantano il Maschio Angioino

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Ottimo riscontro di pubblico per lo spettacolo “Sette vizi napoletani” con Gianfranco e Massimiliano Gallo

È un “Sette vizi napoletani” 2.0, arricchito e aggiornato, quello che è andato in scena lo scorso 5 luglio nel cortile del Maschio Angioino di Napoli prodotto da Città Mediterranee. Un viaggio affascinante, poetico e comico nella particolarità di Napoli ma anche nell’universalità dell’essere umano, guidato da Gianfranco e Massimiliano Gallo. Accompagnati dalla versatilissima chitarra del talentuoso Antonio Maiello, capace con i suoi loop di passare con grande disinvoltura da “‘O sole mio” alla colonna sonora de “La pantera rosa”, i Gallo Bros hanno dato un saggio notevole delle loro molteplici qualità autoriali (Gianfranco), recitative e canore. Insieme a loro in scena la bravissima cantante e attrice Pina Giarmanà.

Il filo rosso è rappresentato da sette vizi tutti napoletani, il cui solo nome cattura immediatamente l’attenzione e la curiosità del pubblico in sala: la cazzimma, la bizzuocaria, la vittimismeria, la sfrantummazione, la maschimeschinità, la scassoneria e la camorra. Dietro alla risata c’è sempre una lucida e spesso cruda riflessione sulla realtà partenopea, con il contrappunto di grandissimi artisti napoletani come Eugenio Bennato (“Le città di mare”), Pino Daniele (“Alleria” e “Je so’ pazzo”), Totò (“’A cchiù bella), Enzo Gragnaniello (“L’erba cattiva”) e Maldestro (“Sopra al tetto del comune”). E con il doveroso omaggio finale a Nunzio Gallo, una toccante interpretazione di “Credere”, canzone vincitrice del Giugno della Canzone Napoletana nel 1961 (quando in finale arrivò anche la sua “Ammore senza fine”).

Il pregio principale dello spettacolo è il saper condensare e sciorinare con grande ritmo tanti contenuti di qualità e temi importanti come le morti sul lavoro o la violenza sulle donne, con chicche più o meno nascoste come la colonna sonora inedita di “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi scritta da Pino Daniele, arpeggiata come tappeto musicale da Antonio Maiello. Altro esempio emblematico è la riscrittura di Gianfranco Gallo (di cui è appena uscita “Sera accussì”, canzone che anticipa l’uscita di un album a settembre) del testo in napoletano di “Clandestino” di Manu Chao, mai attuale quanto adesso e arricchito dalla presenza di dieci extracomunitari invitati ad assistere gratuitamente alla rappresentazione contemporaneamente al lancio dell’hashtag #artiaperte. La serata si chiude con il pubblico entusiasta e i fratelli Gallo visibilmente emozionati e felici di condividere ancora il palco, per regalarci piccole gemme della Napoli che amiamo e che ci rappresenta meglio.

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