Il principe dei draghi – La serie animata in grafica computerizzata prodotta dallo studio “Wonderstorm”
<strong>Il principe dei draghi – L’animazione, nel corso degli anni, ha fatto passi da gigante, in tutti i sensi. Se una volta, almeno in occidente, il marchio Disney la faceva da padrone (non che adesso sia diverso, ma è un altro discorso). L’animazione orientale, gli anime, anche se conosciuti, solo in tempi relativamente recenti si è affermata sul mercato. E con pieno titolo.
Inoltre grazie ai vari servizi streaming, arrivati anche in Italia (su tutti Netflix, Amazon e il recente, e per me non troppo convincente, Disney+), è disponibile una quantità sproposita di serie animate (anime e non). In questa rubrica parlerò di dieci serie tv animate sconosciute (o comunque non conosciute al grande pubblico) che, a mio avviso, meritano una (ri)scoperta in quanto prodotti di assoluto merito. Piccola nota: con l’espressione “serie animate” mi riferirò a serie sia anime che no.
La prima sarà “Il principe dei Draghi” una serie animata in grafica computerizzata prodotta dallo studio “Wonderstorm” e creata da Aaron Ehasz e Justin Richmoand, distribuita da Netlix.
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La serie è ambientata in un mondo in cui umani ed elfi sono in conflitto. Mille anni prima dell’inizio della storia, un mago umano usò per la prima magia oscura, in grado di assorbire le energie dei sei elementi da qualsiasi fonte, anche viventi. A causa di ciò, elfi e draghi cacciarono gli umani verso l’estremità ovest del continente.
Secoli dopo, con l’uccisione del Re dei Draghi e la distruzione del suo unico uovo (Il principe del titolo) da parte degli umani, la guerra è imminente. Un manipolo di elfi tenta di assassinare il re umano Harrow (che aveva comandato la spedizione contro il Re) e il suo erede, il giovane principe Ezran.
Ma la giovane elfa,Rayla, scopre insieme a Ezran e al suo fratellastro Callum che l’uovo del Principe dei Draghi non è stato distrutto, ma rubato. Insieme decidono di restituire l’uovo ai draghi per impedire la guerra. Ma il mago Viren, consigliere del re Harrow, è propenso al conflitto in modo che gli umani possano riprendersi i loro vecchi territori.
Per quanto in apparenza la storia sia trita e ritrita, la serie mette subito in mostra tutte le sue qualità. A parte i tre protagonisti, nessuno dei personaggi in gioco cede di un millimetro dalle proprie posizioni, anche quando queste sono messe a nudo per la loro inconsistenza.
Esemplificativa la scena, nella seconda puntata in cui il capo degli elfi vede l’uovo integro ma decide comunque di portare a termine la missione per evitare “che gli umani possano farlo in futuro”.
Aaron Ehasz è stato il capo sceneggiatore e regista della serie animata “Avatar – La leggenda di Aang” e uno scrittore e story editor di lunga data per Futurama. E si vede. Esattamente come per i suoi precedenti lavori, la serie mescola in maniera perfetta scene altamente divertenti ad altre estremamente drammatiche senza scadere mai nel grottesco o nel patetico.
“Il principe dei draghi” è l’esempio di come una serie per ragazzi dovrebbe essere scritta/girata. Niente buoni sentimenti a profusione, niente edulcorazioni. Semplicemente sono presenti, perfettamente accavallate, più chiavi di lettura e di visione.
Un ragazzo si appassiona alle avventure dei tre giovani protagonisti mentre una persona più adulta (come il sottoscritto) può leggere tutta la critica contro le diversità e i pregiudizi che attanagliano una società moderna.
Patetico? Già visto? Forse, ma non per questo meno coinvolgente. E la qualità di immagini e disegni è ottima. Inoltre il doppiaggio italiano è decisamente di ottimo livello, leggermente inferiore a quello originale (in inglese le parlate di elfi e umani sono state rese con due slang diversi) ma non per questo meno godibile.
Su Netflix sono presenti tre stagioni di nove episodi ognuna e, nonostante una serie di problemi interni alla Wonderstorm, una quarta stagione dovrebbe vedere la luce fra Maggio ed Agosto 2020 (emergenza Covid19 permettendo).
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