Un piccolo gruppo di individui ultra-ricchi potrebbe aiutare a risolvere la fame nel mondo con appena una frazione del proprio patrimonio netto, stando a quanto riportato da David Beasley, direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
I miliardari devono “fare un passo avanti ora, una tantum”, ha affermato Beasley in un’intervista sul programma della CNN “Connect the World”, andato in onda martedì, citando specificamente i due uomini più ricchi del mondo, Jeff Bezos ed Elon Musk.
“6 miliardi di dollari per aiutare 42 milioni di persone che stanno letteralmente per morire se non li raggiungiamo. Non è complicato“, ha aggiunto.
L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha un patrimonio netto dichiarato di quasi 289 miliardi di dollari, stando a quanto rilevato dal sito di informazione economica Bloomberg, il che significa che Beasley starebbe chiedendo una donazione di appena il 2% della fortuna del tycoon statunitense. Il patrimonio netto dei miliardari statunitensi è quasi raddoppiato dall’inizio della pandemia, attestandosi a 5,04 trilioni di dollari questo ottobre, secondo i gruppi di studio macroeconomico Institute for Policy Studies e Americans for Tax Fairness.
Una “tempesta perfetta” di diverse crisi, come il cambiamento climatico e la pandemia di Covid-19, comporta il fatto che molte nazioni in difficoltà stanno “bussando alla porta della carestia”, ha aggiunto Beasley.
Metà della popolazione dell’Afghanistan, circa 22,8 milioni di persone, si ritrova già ad affrontare una crisi legata all’inaspettata carestia abbattutasi sul territorio, secondo un rapporto del WFP pubblicato lunedì. La disoccupazione dilagante e la crisi di liquidità fanno sì che il paese sia sull’orlo di una crisi umanitaria e che 3,2 milioni di bambini sotto i cinque anni siano a rischio di malnutrizione, ha concluso il succitato rapporto.
Una serie di nuovi rapporti dell’amministrazione Biden ha lanciato inoltre un duro avvertimento appena la scorsa settimana: gli effetti del cambiamento climatico saranno di vasta portata e porranno problemi assolutamente imprevedibili a tutti i governi del pianeta terra.
All’interno dei documenti rilasciati, l’amministrazione Biden dettaglia come il cambiamento climatico stia cagionando e guidando “imponenti flussi migratori”: si tratta della prima volta in cui il governo degli Stati Uniti riconosce ufficialmente il legame esistente tra cambiamento climatico e migrazione. Molti studiosi avevano in realtà già avvertito di questo legame tra migrazioni e climate change in passato, in particolare nella regione del cosiddetto “Corridoio secco”, situato in America centrale.
“Per esempio, prendiamo gli Stati Uniti e la regione dell’America Centrale, il “Corridoio Secco” composto da Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua. Solo in quella zona“, ha osservato Beasley martedì, “stiamo facendo il massimo per sfamare milioni di persone, in una regione il cui clima sta cambiando profondamente, con uragani e inondazioni improvvise. È semplicemente devastante“.
In Etiopia le Nazioni Unite stimano che 5,2 milioni di persone abbiano urgente bisogno di assistenza alimentare, specie nella regione del Tigray, dove il primo ministro Abiy Ahmed ha condotto una grande offensiva contro il Tigray People’s Liberation Front, un’organizzazione separatista, appena lo scorso anno, causando la morte di migliaia di civili e facendo perdere qualsiasi tipo di casa o di rifugio a circa due milioni di persone.
“Non so davvero da dove prendere più il cibo“, ha concluso Beasley al termine della lunga intervista. “Abbiamo finito il carburante. Siamo senza contanti, non possiamo sostentare i nostri volontari, non possiamo più pagare i nostri fornitori neppure a prezzo calmierato, non riusciamo a far circolare i nostri mezzi di trasporto, siamo letteralmente disperati, ci serve aiuto, ci serve qui e subito”.
Elon Musk e Jeff Bezos sono stati invitati a commentare la vicenda, ma non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione.
