Enigma Laocoonte, edito a Mimesis, è l’ultimo libro di Francesco Colafemmina, classicista e saggista autore di diverse opere e traduzioni. Si tratta di un saggio/dossier che riporta all’attualità un’ardita ipotesi gia avanzata diversi anni fa da Lynn Catterson, ricercatrice della Columbia University Lynn che del saggio ne ha curato la prefazione.
“E’ rassicurante apprendere che non sono la prima ad aver avuto dubbi sull’autenticità del Laocoonte e ora, grazie a questa pubblicazione, non sono l’ultima. Mi congratulo con Francesco per il suo studio e sono davvero felice di passargli il testimone della sfida per ulteriori espolorazioni su questo tema” – con queste parole la Catterson conclude la prefazione.
“Enigma Laocoonte” di Francesco Colafemmina – Recensione
La Catterson partì la sua indagine analizzando la quantità di marmi acquistati da Michelangelo all’epoca della commissione della Pietà vaticana e trovò effettivamente eccessivo il numero di blocchi marmorei in dotazione all’artista. Ma a quello che inizialmente sembrava essere solo un dubbio, la Catterson trovò numerosi elementi a sostegno. Tuttavia, una volta che l’ipotesi fu di dominio pubblico, essa venne stroncata sul nascere da numerosi accademici italiani.
Il Laocoonte acquistato per il cortile del Belvedere da Papa Giulio II doveva essere quello identificato come uno dei capolavori della statuaria antica, menzionato da Plinio nella Naturalis Historia. Nessuno dubbio doveva essere acceso sulla sua autenticità.
Eppure il giorno del ritrovamento, il 14 gennaio del 1506, nella vigna del funzionario pontificio Felice de Fredis dove fu ritrovato il complesso marmoreo, apparve stranamente anche Michelangelo Buonarroti. E se non fosse casuale la furtiva apparizione di Michelangelo? Del resto l’artista era già noto per una famosa contraffazione, quella del Cupido dormiente, artatamente antichizzato e sepolto in una vigna per poi essere venduto per antico. Una truffa che certo poteva essere replicata.
Colafemmina studia ed analizza tutte le possibili probabilità legate al caso, ricostruisce il contesto storico-culturale senza trascurare alcun dettaglio. E’ la stessa Catterson ad ammettere nella prefazione “che la quantità e la tipologia di fonti esaminate” da Colafemmina, a suo tempo ella non le aveva prese in considerazione.
Un’analisi accurata dalla quale ne vien fuori quasi un giallo tant’è che sarebbe stato intrigante leggerne anche una versione romanzata. Enigma Laocconte rappresenta una lettura perfetta per chi ama gli intrighi e la storia dell’arte.