Mourino aveva preparato bene, anzi benissimo la partita. Primo obbiettivo, non far giocare il Napoli. E ci riesce perfettamente per sessanta minuti. Poi la qualità del Napoli viene fuori. Ma i difensori della Roma sono quasi perfetti, soprattutto Smalling. Parola d’ordine: quasi. Su l’unica sbavatura difensiva, Osimhen sfrutta un bellissimo assist di Politano e regala l’undicesima vittoria di fila fra Campionato e Champions e, soprattutto, il primo posto solitario.
Vittoria meritata perché la Roma ha diverse azioni potenziali ma tiri nello specchi zero. L’unica vera azione pericolosa è un palla in area di Zaniolo al 70′. Meret riesce a smanacciare quel tanto che basta per tagliare fuori Spinazzola, la palla arriva a Pellegrini che non riesce a calciare per un’ottima chiusura di Zielsinksi. Ripartenza sprecata da Osimhen che si divora il gol.
Va detto che, nel primo tempo, la partita è addormentata. In fondo l’unica sveglia arriva al 38′ quando Ndombelé viene atterrato in area da Rui Patricio. Rigore dato poi tolto dal VAR abbastanza giustamente. Il centrocampista del Napoli tocca per primo la palla, ma il portiere della Roma prima tocca la sfera poi il piede del francese.
Il portiere è decisivo su Lozano al 49′ mettendo in angolo. Il Napoli cresce ma, complice un Abraham fuori fase, la Roma non punge. E Smalling, dopo un’ottima partita (prima e dopo) si addormenta sull’attaccante nigeriano che mette dentro il suo quinto gol fra Campionato e Champions.
Mourinho mette dentro tutto e tutti: El Shaarawy, Belotti, Shomurodov, Vina. Ma, a parte molta confusione, la squadra di casa non fa nulla. E, alla fine, arriva un risultato abbastanza meritato.
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