Gli artisti e i lavoratori della cultura, altresì definiti come soggetti “culturalmente utili”, attivi in Irlanda avranno presto diritto a un sostegno finanziario assicuratogli dalle casse statali, grazie ad una nuova iniziativa governativa mirata ad introdurre un reddito “artistico e culturale” di base.
L’Irlanda impegnerà circa 25 milioni di euro all’anno per il programma, previsto in seno ad una serie di riforme che il governo locale prevede di attuare a partire dall’inizio di quest’anno.
La misura darà la possibilità a migliaia di persone di potersi assicurare un mezzo di sostentamento certo ed affidabile almeno per i prossimi tre anni.
La mossa mira ad aiutare il settore artistico e culturale dell’Isola di Smeraldo a riprendersi dai “danni senza precedenti” causati dalla pandemia: queste le affermazioni di Catherine Martin, Ministro della Cultura della nazione insulare, che ha istituito una task force appositamente incaricata.
La misura prevede l’introduzione di un pagamento “orario”, con una tariffa base che ammonterebbe, secondo le prime ricostruzioni, alla cifra di circa 10,50 euro all’ora per i soggetti che potranno beneficiare di questa tipologia di sostegno economico.
“Il ministro è consapevole del valore che questo settore porta a tutti i cittadini irlandesi“, si legge in una dichiarazione ufficiale rilasciata dell’ufficio di Martin. “L’importanza della cultura irlandese, dell’arte irlandese e delle produzioni irlandesi nel loro complesso non può essere sottovalutata, in quanto contribuisce al benessere individuale e sociale, alla reputazione dell’Irlanda come paese con una ricca storia culturale e di produzione artistica“.
La raccomandazione principale restituita al governo dai membri della task force è stata quella di creare un piano di reddito di base per un periodo di almeno tre anni, che abbracci nello specifico i settori delle arti, della cultura, dell’audiovisivo, degli spettacoli dal vivo, e degli eventi di rilevanza artistica e culturale in generale. Sono ancora in esame le questioni relative all’ammissibilità e al processo di selezione degli eventuali soggetti assegnatari, ma è stato già confermato che i requisiti necessari per poter beneficiare di tale misura saranno legati a dati oggettivi, presumibilmente al reddito percepito nell’arco di un dato periodo di riferimento, e che non si darà origine ad un processo competitivo.
La Martin ha descritto il piano come un “intervento politico di importanza capitale, di portata generazionale“, secondo alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa locale.
A dir la verità in giro per il mondo ci sono già state diverse iniziative, ad esempio nella vicina Irlanda del Nord, volte proprio a sostenere i lavoratori e le sedi delle arti colpite da limitazioni pandemiche. Già alla fine del 2020, la città di San Francisco ha infatti implementato il suo “Basic Income Pilot for Artists”, un piano in base al quale un gruppo di più di 100 artisti locali avrebbe ricevuto uno stipendio mensile di 1.000 dollari come parte degli impegni dell’amministrazione locale volti a favorire la ripresa economica della città.
“Siamo stati entusiasti di apprendere che il governo irlandese darà inizio ad piano di reddito di base garantito per gli artisti“, ha detto Deborah Cullinan, CEO dello Yerba Buena Centre for the Arts di San Francisco, che ha guidato e sponsorizzato il programma di San Francisco.
“La decisione del governo irlandese ci rende orgogliosi, e restituisce finalmente pieno riconoscimento al lavoro a dir poco pionieristico fatto qui San Francisco, dove per la prima volta nella storia un’ampia comunità di artisti e di lavoratori della cultura potrà finalmente concentrarsi sull’arricchire la società statunitense senza doversi preoccupare dei propri mezzi di sostentamento”.
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