Da Ferrara alla Nazionale, Eleonora Goldoni si racconta a Magazine Pragma

Da Ferrara al Tennessee fino alla chiamata della Nazionale italiana per la Cyprus Cup: questa è l’ascesa di Eleonora Goldoni, attaccante delle Lady Buccaneers e giovane talento dell’Italia femminile.

Eleonora nasce il 16 febbraio 1996 a Finale Emilia, in provincia di Modena, e dalla piccola New Team Ferrara conquista a suon di gol la conferma in Nazionale maggiore per la Cyprus Cup – che si sta svolgendo proprio in questi giorni, ndr – , dopo la prima chiamata a Gennaio. Ora gioca nelle Lady Buccaneers, nell’East Tennessee (USA), e ha voluto raccontarsi a Magazine Pragma.

Ciao Eleonora, intanto congratulazioni per la tua prima chiamata in Nazionale maggiore. Te la aspettavi?

Assolutamente no. Non me l’aspettavo perchè la convocazione in Nazionale maggiore non è mai scontata e poi perchè, giocando lontano ed essendo i voli dall’America molto costosi, non pensavo ci fosse già un posto per me in Nazionale maggiore.

Partiamo dal principio. Da cosa nasce la tua passione per il calcio?

Premetto che da bambino ero molto mascolina quindi tendevo a stare con amici maschi o a giocare con mio fratello più grande. Mio papà e mio fratello sono sempre stati appassionati di calcio e sono ex giocatori quindi in TV c’erano sempre le partite. A 6 anni mio papà, interista sfegatato, mi fece una sorpresa e mi portò allo stadio a San Siro a vedere Inter – Reggina. Ricordo benissimo quella partita, l’Inter vinse 6-0 con tre gol di Oba Oba Martins, che dopo i gol faceva le sue classiche capriole. Da quelle capriole sbocciò il mio amore per il calcio e l’anno dopo iniziai a giocare con i maschi del mio paese.

Da piccola hai fatto tanti sport e hai deciso di preferire le scarpe con i tacchetti piuttosto che le scarpette da danza, come mai? Eri più brava a calcio?

Ho iniziato a 6 anni con la danza, ma dopo un mese mi sono ritrovata su un campo da calcio. La mia tendenza ad essere mascolina mi portava a mettere le Barbie sopra le macchinine telecomandate e farle schiantare contro il muro! Mia mamma non voleva farmi giocare a calcio, infatti io ho sempre fatto un altro sport insieme al calcio, come ginnastica artistica, nuoto o pallavolo, ma la mia passione mi ha portato, all’età di 14-15 anni, a scegliere di concentrarmi definitivamente solo sul calcio.

Che squadra tifi? Da piccola chi era il tuo idolo e a chi ti ispiri del calcio maschile?

Sono interista. Ho sempre amato alla follia il capitano Javier Zanetti e per ora non c’è nessuno che sia riuscito a prendere il suo posto nel mio cuore.

Delle tue compagne di nazionale e del calcio femminile in generale, chi ti ha maggiormente colpito?

Il mio idolo è sicuramente Barbara Bonansea, è fortissima e mi piace un sacco. Ammiro molto anche Alia Guagni.

Come sei arrivata fino in Tennessee, grazie al calcio o per motivi di studio?

Grazie al calcio. Tutto è nato grazie a degli Europei disputati con le giovanili della Nazionale qualche anno fa. Ad assistere alle partite c’erano degli scoutman che lavoravano per delle università americane, che poi mi hanno contattata. Ho scelto il Tennessee perchè, tra tutte le università proposte, era quella che disputava il campionato nella divisione più alta e perchè in rosa c’erano già due ragazze italiane.

Ora giochi nelle Lady Buccaneers. Che differenze ci sono tra il calcio femminile italiano e quello americano?

Il calcio italiano è sicuramente più tecnico, quello americano è molto più fisico. In America sono anche più disponibili per quanto riguarda le strutture e l’organizzazione; in Italia sono più indietro ma già da quest’anno eventi come la nascita della Juventus Femminile stanno agevolando lo sviluppo del calcio femminile italiano.

Hai frequentato il liceo L. Ariosto a Ferrara. Com era giocare a calcetto nel campetto del liceo ed essere più forte dei maschi?

Stupendo, te la godi proprio! Nel pre-partita sentivo spesso i commenti dei maschi che, vedendo che c’è una ragazza che vuole unirsi a loro per giocare, provano un po’ un senso di superiorità. Poi risenti i commenti a fine partita e non ti viene che da ridere!

Se dovessi tornare a giocare in Italia, in che squadra ti piacerebbe andare? Insieme alle imbattibili della Juventus per imparare dalle più forti o in una squadra dove avresti del minutaggio assicurato?

Sogno di far parte di una squadra che abbia un’organizzazione come quella della Juventus Femminile, per quanto riguarda allenatori, allenamenti e disponibilità di strutture. Stimo moltissimo l’allenatrice  – Rita Guarino, ndr – , che è stata anche una mia allenatrice nelle giovanili della Nazionale e quindi sì, sceglierei sicuramente la Juventus. Un mio grande desiderio è che l’Inter Femminile salga in Serie A e diventi grande tanto quanto la Juve; se così fosse proverei a giocare lì.

Date le tue origini ferraresi, un pensiero sulla SPAL degli ultimi anni? Riuscirà secondo te a salvarsi e rimanere in A?

Data la recente promozione in Serie A, Ferrara ha fatto il botto. Spero tanto che quest’anno rimanga in Serie A, così che anche il neonato vivaio femminile della SPAL possa crescere, di modo da fare propaganda del calcio femminile a Ferrara e diventare importante come lo è in altre città d’Europa o del Mondo


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