FLORIDA. L’ASSOCIAZIONE “NINPHEA” FA RIVIVERE LETTURA, PITTURA, FOTOGRAFANDO LE EMOZIONI CHE LASCIANO IL SEGNO.
PRIMA EDIZIONE DI FLORIDIA IN BIBLIOTECA.
“E’ la prima edizione di un progetto ideato dalla professoressa Stefania Germenia: una rete associativa che riporti la gente in biblioteca restituendo valore alle arti, al libro, alla pittura, al saper fare”. In effetti l’aula multimediale appare trasformata, vibrante di colori. “E’ un progetto che viene da lontano – dice la Germenia – attraverso la collaborazione dell’associazione Ninphea e la sua presidente, Giovanna Tidona. Floridia e la sua biblioteca sono il luogo della riflessione, di aggregazione, di veicolo culturale. Come docente ritengo sia la lettura che possa catalizzare l’arricchimento interiore: inoltre innesca il silenzio, la condivisione, i momenti di sincera analisi”. C’è anche la fotografia, con la talentuosa Daniela Campisi: “Il mio contributo – spiega – ha coinvolto tutti, mette al servizio il cuore, l’anima, per rivalutare le arti. Il progetto “A testa alta”, mira a evidenziare alcune figure femminili. Me compresa. Figure imprigionate all’interno di una rete-metafora di prigioni senza sbarre, ma schiavizzanti: l’unica immagine che propongo oltre le gabbie, è una donna che esprime la capacità di saper venir fuori da uno stallo”. Il tutto raccontato in una gamma di sfumature “black and White”, dove il baricentro non dev’essere spiegato, solo percepito (le foto sono state donate alla biblioteca). Le immagini rimandano alle parti anatomiche, le mani, che spesso parlano più degli occhi, seguendo un percorso spirituale. Non manca la pittura, con l’artista Marinella Raniolo e il suo profondo richiamo al mito, alla donna come madre della Terra, all’attento studio degli equilibri ponderali. Altri incontri, come ha sottolineato la vulcanica Paola Gozzo, saranno condotti dentro il pianeta-scuola, per trasmettere messaggi di crescita ai ragazzi. Sicuramente, “la bellezza salverà il mondo”, hanno detto all’unisono. A completare la serata, la produzione letteraria di Marinella Fiume, “La Bolgia delle eretiche”, che non vuol essere un inno al femminismo, ma, come spiegato dalla stessa Germenia, “concreta i volti e le voci di donne fuori dal coro. Le donne della Fiume sono donne viste come fuori dal coro, fatte soffrire: se ne ricava un linguaggio universale, perché esser fuori dal coro ancora oggi, non è ben visto”. Ciò, anche attraverso il reading di Manuela Reggiani, che profondo pathos ha instillato nei presenti, visibilmente commossi. Da sottolineare l’importante apporto introduttivo di Fulvia Toscano, direttore artistico di “Naxos Legge” e consulente culturale di “Ninphea”
Roberto Rubino