Dopo un primo tempo tutto sommato niente male e due occasioni, una più clamorosa dell’altra a favore del Cagliari, ecco che con la seconda frazione di gioco ed un cambio nelle file dei ragazzi di Walter Mazzarri, la partita si spacca.
Entra Ljajic, esce Acquah, minuto 53. Otto minuti dopo inizia la grandinata di goal.
Curioso, perché proprio ad inizio ripresa arriva una copiosa grandinata su Cagliari, cosa assai rara, e poco dopo iniziava pure a grandinare anche dentro la porta di Cragno.
Come spiegare il cappotto granata?
Si potrebbe fare come succedeva con Rastelli, visto proprio ieri sera a cena a Cagliari; i più pessimisti vedevano la discesa in Sardegna dell’ex Mister in un richiamo della proprietà di Giulini al posto di Lopez. D’altra parte è sempre sotto contratto e ha due anni di stipendio garantito, quindi ci sarebbe anche un risparmio. Chissà se ci fosse una débâcle a Genova martedì sera se Giulini farà quello che fece il primo anno richiamando Zeman? Certo, la situazione di classifica era molto peggiore nel 2015, però è certo che la Società Rossoblù non andrà a spendere denari utili per la prossima campagna acquisti sperperandoli con un terzo allenatore soprattutto perché si spera capiscano che il problema fondamentale NON è la guida tecnica ma l’ossatura della squadra che è debole, non consona alla categoria; troppi giovani alla prima esperienza da titolari, sebbene le imbarcate contro le così dette “Grandi” arrivò più copiosa.
Ad un certo punto della gara, dalla Curva Nord, dove da sempre risiede la frangia del “tifo caldo“, partiva anche un coro, destinatario il Presidente Giulini. Perché in settimana un uccellino ha sussurrato che per la prossima stagione Lopez verrebbe sostituito niente poco di meno che da Super Pippo Inzaghi, visto che a fine stagione dovrebbe lasciare Venezia ed allora la risposta degli Ultras è stata:
“Pippo Inzaghi non lo vogliamo“.
Si sa che le campagne acquisti e cessioni oramai vengono decise dalle curve, il caso Storari della Serie B 2015-2016 insegna. Anche se non ufficialmente, spesso e volentieri, i Presidenti, volenti o nolenti, sono costretti, per tenere buone le “bestie” e a dargli la carne che preferiscono, grondante di sangue fresco. Vedremo cosa succederà.
Intanto il Cagliari deve ancora salvarsi e solo dopo si vedrà il da farsi, chi rimarrà e chi verrà lanciato giù dalla torre.
Per quel che concerne la gara delle 15.00 di oggi alla Sardegna Arena, fare ricadere tutte le colpe di questa imbarcata sul malcapitato di turno, il sostituto di Rastelli, Diego Luis Lopez, colui che potrebbe a sua volta lasciare il posto al suo predecessore, sarebbe oltre che ipocrita anche troppo populista, termine molto usato in questo periodo, vista la situazione politica del Bel Paese, alla ricerca di un Primo Ministro o Premier per dare stabilità alla Nazione Italia.
Certo, vedere il numero 27 Alessandro Deiola in campo dal primo minuto di giuoco nelle file del Cagliari fa riflettere, si sarebbe potuto dire: “Ma come si può, non esiste in panchina uno migliore del ragazzo sardo”? Si potrebbe inveire contro la Società, contro il Direttore Sportivo Rossi che non è stato capace di mettere assieme una rosa come fece il suo predecessore Capozucca, ancor oggi rimpianto dalla piazza. Pensare che Deiola fu fatto rientrare dal prestito allo Spezia la passata stagione per rinforzare la squadra a Gennaio fu davvero devastante: e pensare che in Liguria era riuscito a mettere una dietro l’altra ben 14 presenze! Si potrebbe addirittura dare la colpa alle Nazionali che per le gare di fine marzo 2018 hanno portato via diversi giocatori: Romagna e Barella (che però hanno giocato oggi) per l’Italia Under 21, Ionita per la Moldavia, Han per la Corea del Nord. Oppure si potrebbe dire che gli infortunati Cigarini e Farias avrebbero sicuramente fatto meglio dei giocatori scelti per sostituirli da Lopez e che è tutta colpa di Joao Pedro che si è fatto beccare dall’antidoping che ha indebolito la squadra mentalmente, brasiliano che non giocherà sicuramente più fino a fine stagione; andando bene verrà squalificato per un anno, andando male due, ma se fossimo ancora più fortunati solo sei mesi. Potremmo dire addirittura che la morte di Davide Astori del 4 marzo ha destabilizzato talmente tanto l’allenatore Lopez e la squadra e che non sarebbero più in grado di andare avanti. Lopez, comunque, non darà le dimissioni, cosa chiesta in conferenza stampa come prima domanda in assoluto dai colleghi presenti in Sala Stampa. A mio avviso non sarebbe utile visto che martedì si gioca a Genova, ma chissà, magari un altro allenatore alla Carletto Mazzone avrebbe potuto scuoterli questi ragazzi!
Potremmo mettere tutte queste cose assieme e fare un bel minestrone per capire comunque che la sconfitta di oggi non è assolutamente attribuibile ad una sola dei queste ragioni ma a tutte quante contemporaneamente che creano nell’essere umano disagio. Ampliando il discorso, a differenza della passata stagione, i giocatori ceduti, ossia Bruno Alves, Maurizio Isla e Marco Borriello non sono stati sostituiti in maniera tale di come ci si sarebbe aspettato perché non si sa mai come andrà una stagione di un giocatore. Forse non c’erano sul mercato giocatori disponibili a venire a giocare a Cagliari con gli stipendio che la Società rossoblù si può permettere. L’appunto sarebbe che si sarebbero dovuti prendere giocatori pronti per la Serie A e non giocatori da aspettare, Cigarini e Pavoletti in primis. Poi le scelte di Rastelli di dare in prestito al Perugia Han e Colombatto quando per diverse gare il Cagliari è rimasto scoperto del regista assente per infortunio dopo la gara di ritorno col Sassuolo: lì è iniziata un’altra crisi, dopo la prima che ha visto l’esonero di Rastelli. E a gennaio si sono spesi 800 mila euro per fare rientrare Han dal Perugia; sarebbe bastato non cederlo in prestito a giugno e, oltre a risparmiare quasi 1 milione di euro, si avrebbe avuto un giocatore dirompente in più.
Si potrebbe continuare per spiegare questa sconfitta sonante, questo 0-4 amaro, senza stare a dare colpe univoche.
Una cosa che la Società Cagliari Calcio sembrerebbe abbia fatto è quella di andare mandare in ritiro i giocatori da domani pomeriggio anticipando di un giorno il ritiro, negando ai giocatori i due giorni di feste Pasquali vista l’importantissima gara di martedì a Genova col Genoa di Ballardini. Un ex allenatore del Cagliari che sarebbe stato meglio fosse stato messo al posto di Lopez, forse; ecco, questo argomento, si, sarebbe interessante da analizzare. Ma la vita è fatta anche di fortunati eventi, che a volte volgono a favore e a volte contro. Certo, dopo la pessima prova di Benevento ci si aspettava un’altra partita, ma domani è Pasqua ed anche se i giocatori del Cagliari si godranno solo il pranzo Pasquale i tifosi no, ed allora
Buona Pasqua a tutti!
Cagliari (3-5-2): Cragno; Romagna, Ceppitelli, Castan; Faragò, Deiola (63′ Ceter), Barella (88′ Dessena), Padoin, Miangue; Sau (70′ Han), Pavoletti. All. Lopez
Torino (3-5-2): Sirigu; N’Koulou (46′ Bonifazi), Burdisso, Moretti; De Silvestri, Acquah (53′ Ljajic), Rincon, Baselli, Ansaldi; Iago Falque (77′ Obi), Belotti. All. Mazzarri
Arbitro: La Penna di Roma. Ammonito 70′ Ansaldi (T)
Marcatori: 61′ Iago Falque (T), 65′ Ljajic (T), 79′ Ansaldi (T), 89′ Obi (T)