Crollo del napoli, soprattutto psicologico, anzi solo psicologico. Due volte in Vantaggio contro un Torino praticamente nullo che segna sì due gol ma uno è deviato nettamente da Chiriches, mentre il secondo è generato da una dormita generale della difesa del Napoli con Mario Rui che si lascia superare da De Silvestri mentre Albiol non sale. Un pareggio che ha tanto sapore amaro, ma che fa risaltare il grande amore dei tifosi napoletani e soprattutto la grande solidarietà verso una squadra che ha dato tutto e di più.
Crollo che sancisce, 99,9% su 100 il settimo scudetto dei bianconeri. Differenza reti e punti uguale negli scontri diretti ma l’attuale differenza reti dice più 61 Juventus e più 45 Napoli, sedici gol di differenza, un’enormità considerando che difficilmente le partite nel campionato italiano finiscono con un risultato superiore al 4 a 0.
I tifosi, dopo l’intervista di Aurelio de Laurentiis a Sky, sostengono l’allenatore e criticano il presidente ma, dopo questa partita, mi chiedo che cosa manchi al Napoli. Il crollo è chiaramente psicologico ed è quella, la forza mentale, che veramente separa il napoli dalla Juventus. Inoltre l’unico vero neo di Sarri è stato il non aver ben sfruttato la rosa del Napoli. Perché Ounas non ha mai giocato una partita per intero e ormai Rog e Diawara vedono il campo solo in caso di squalifica del titolare.
Sarri ha dimostrato di essere flessibile, ma Callejon è ormai allo stremo da diverse partite e lasciarlo in panchina qualche partita o quantomeno sostituirlo più spesso forse avrebbe mantenuto meglio la sua condizione. Ma comunque questa squadra ci ha regalato molte emozioni, tenendo aperto un campionato che altrimenti sarebbe chiuso. Infatti il Napoli e la Juventus hanno letteralmente lasciato il vuoto dietro di loro, infatti entrambe hanno guadagnato il secondo posto rispettivamente con cinque e sei giornate d’anticipo. Ma le lacrime di Insigne a fine partita, consolato da Belotti, testimoniano il senso di amarezza per la fine di un sogno.