E’ passato un mese dalla vittoria della Juventus sul Real Madrid al Santiago Bernabeu e si sentono ancora gli strascichi. La UEFA ha aperto due fascicoli su Buffon riguardo al rosso diretto causato dalle reiterate proteste contro l’arbitro Oliver per via del rigore concesso allo scadere per un fallo di Benatia ai danni di Vazquez.
Il portiere bianconero è letteralmente impazzito in campo e, dopo continue e reiterate proteste, è stato espulso dal direttore di gara. Il resto, come si dice, è storia: Cristiano Ronaldo trasforma il rigore condannando la Juventus all’eliminazione.
Ma i veri problemi sono iniziati nel posto partita. Intervistato dal mediaset il portiere bianconero si è lasciato andare a gravissime dichiarazioni sull’arbitro “Un arbitro all’altezza non infrange il sogno di una squadra[…] Un essere umano non può fischiare un episodio stra-dubbio, dopo una gara del genere a meno che al posto del cuore non abbia un bidone dell’immondizia. Se non hai la personalità per stare a questi livelli, allora vai in tribuna con la famiglia, compra le patatine e goditi lo spettacolo”.
Se si fosse limitato a queste dichiarazioni post-gara, forse sarebbe tutto finito lì: la delusione dell’eliminazione dal mondiale, l’esclusione dalla Champions (l’unico trofeo che manca nella bacheca del portiere), il dubbio sul rinnovo. Ma Gianluigi Buffon, dimostrando una caduta di stile clamorosa, ha anche confermato tutte le sue dichiarazioni a freddo. Cosa ha comportato questo?
L’apertura di due fascicoli da parte della UEFA, il primo riguardante appunto l’espulsione in se per se, e questo sarebbe relativo alle sole competizioni europee ma, il secondo dei due fascicoli riguarda appunto le sue affermazioni post gara e anche le parole offensive rivolte all’arbitro. Il capitano bianconero rischia una multa salata e la ripercussione della squalifica anche in campionato.
Ma non è solo questo il problema. Le dichiarazioni di Buffon hanno quasi fatto passare in secondo piano la grande impresa delle Juventus, che è uscita a testa altissima ma, forse a causa del suo motto “Vincere è l’unica cosa che conta”, è hanno fatto fare una pessima figura a lui è al calcio italiano. Infatti ora Buffon rischia di concludere la sua grande carriera sportiva con una squalifica. Forse, in Italia, dovremmo imparare ad accettare i risultati e, cosa più importane, a riconoscere il valore degli avversari. Perché non conta solo vincere e a tutti coloro che dicono “Nessuno si ricorda dei secondi” io dico Germania 1974. In pochi ricordano al formazione della Germania campione ma moltissimi conoscono a memoria la formazione dell’Olanda, sconfitta in finale, che fece emozionare tutti giocando non sette partite ma sette sinfonie.