Roberto Mancini, CT nazionale di calcio. Le prime dichiarazioni

E’ ufficiale. Roberto Mancini è il nuovo ct della Nazionale di calcio italiana. Dopo l’arrivo a Fiumicino e le dimissione da San Pietroburgo, il tecnico jesino ha firmato il contratto che lo legherà alla Nazionale fino al 2020. Il suo compito sarà quello di risollevare le sorti del calcio italiano, uscito con le ossa rotte dall’eliminazione dal Mondiale di Russia. L’ex allenatore di Zenit debutterà il 28 maggio a San Gallo nell’amichevole contro l’Arabia Saudita.

“Roberto Mancini aveva questo grande desiderio di sedere sulla panchina azzurra e lo ha dimostrato anche con fatti concreti. Speriamo adesso di lavorare bene e basta”, ha dichiarato il commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini, dopo l’accordo. “Mancini per la Nazionale ha fatto una rinuncia pesante – ha continuato – E’ stato così innamorato da fare un bel sacrificio”. 

Sono emozionato perché diventare ct della Nazionale non è così banale e non capita sempre. Ringrazio tutti, mi hanno fatto sentire quello che volevo e cioè che mi volessero al 100% e per me è stato abbastanza semplice scegliere. Sono orgoglioso di guidare la Nazionale e per uno come me che ha messo piede a Coverciano la prima volta nel 1978 con l’Under 14, arrivare a diventare allenatore della Nazionale penso sia la cosa più bella. Sono felice di questa scelta per i miei genitori, penso possano essere orgogliosi, ringrazio tutti i miei allenatori avuti da calciatore e tutti quelli che mi hanno aiutato nella mia crescita. Diventare ct è motivo d’orgoglio e la massima aspirazione per ogni allenatore. Poi ci sono momenti in una carriera in cui si prendono delle decisioni: sono tanti anni che alleno, questo era il momento giusto, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, per fare qualcosa per la Nazionale” ha detto Mancini. “Giocatori in Italia ce ne sono tanti, anche in momenti che pensiamo difficili, e con qualità – spiega l’ex mister di Lazio, Inter e Zenit -. Balotelli? È un giocatore italiano, ci parleremo e probabilmente lo chiameremo, vorremmo rivederlo come agli Europei con Prandelli. Pirlo? Parleremo con lui, vedremo cosa vorrà fare.


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