In Russia esiste una favola, quella di un buffone di corte che studia per diventare re. Nella terra degli zar e dell’uguaglianza universale, un buffone Brasiliano, spesso con i capelli Tinti continua il suo mondiale. Il Brasile avanza, vince, forse non convince, ma alla fine della fiera arriva tra le prime otto del pianeta ed inizia a vedere da lontano la Coppa.
Il buffone gioca, segna, simula ad ogni contatto, come se fosse diventata una legge non scritta di questo gioco. In patria è il più amato, nel mondo il più pagato ed a Parigi è diventato una sorte di Re Sole senza la Corona Europea. Molti tifosi sono pazzi di lui, un giocatore che divide, fa discutere e non entusiasma.
Non è Pele’, non è Zico, non è Romario, non è Ronaldo, nè Rivaldo o Ronaldinho. Eppure il Buffone di corte, vuole la Corona, vuol diventare Re, vuole il trono, pronto a ridere alla spalle di Messi e Cristiano Ronaldo. Il Buffone pretende, il Buffone vuole il suo regno, il buffone di corte che studia per diventare un vero Imperatore.