Mai come oggi la differenza tra Stati Uniti e Unione Europea è stata così immensa. USA e UE, una differenza di ideologie, di modo di vivere e, soprattutto, di modello economico che si ripercuote sulla vita dei cittadini.
Non a caso la ripresa negli USA sembra procedere spedita: disoccupazione sotto controllo, un discreta ripresa dei consumi e investimenti pubblici che non si sono mai fermati. La stessa cosa non si può dire del vecchio continente dove le cose procedono in maniera assolutamente diversa, quasi contraria verrebbe da dire, vista la pesante austerity messa in atto.
La ripresa è lontana anni luce, e la maggior parte dei paesi dell’eurozona devono fare i conti con una disoccupazione altissima e con il rischio, più che concreto, di dover affrontare una pesante deflazione. E ora che perfino la virtuosissima Germania comincia a dare dei chiari segnali di difficoltà le possibilità che da qui a breve le cose possano migliorare sono presso che nulle.
Non a caso il dollaro continua la sua inarrestabile corsa sul mercato del forex (il mercato finanziario dove ogni giorno vengono scambiate le valute dei singoli paesi) mentre l’euro continua a perdere terreno. Sia chiaro, se la nostra moneta continua ad indebolirsi non è poi così male.
Come fanno notare alcuni dei migliori broker forex, infatti, un euro debole potrebbe aiutare le aziende di paesi come Francia, Italia e Germania a intensificare le esportazioni, soluzione indispensabile per fronteggiare la crescente disoccupazione dovuta al calo dei consumi interni. Inoltre una moneta unica deprezzata favorirebbe anche il turismo con un vantaggio enorme per un paese come il nostro che vanta innumerevoli luoghi di interesse artistico, storico e naturalistico e attira viaggiatori da tutto il mondo.
Per il prossimo futuro, quindi, c’è da aspettarsi un consolidamento di questa tendenza specialmente per quello che riguarda la quotazione delle monete sul mercato forex. L’economia reale, invece, dovrà vedersela con la crescente disoccupazione in attesa che gli effetti della svalutazione monetaria comincino a farsi sentire e che le aziende tornino ad investire e, quindi, ad assumere.
Tuttavia, nonostante le azioni messe in campo dalla Banca Centrale Europea ci vorrà tempo prima che la situazione si stabilizzi e i vari paesi dell’Eurozona, specialmente quelli più colpiti come Spagna, Portogallo, Grecia, Italia e Francia, possano tornare a crescere.