Al via in tribunale la class action di Altroconsumo contro Facebook


Dopo sei mesi dallo scoppio dello scandalo dati Cambridge Analytica, il 10 ottobre scorso l’associazione di consumatori Altroconsumo ha depositato presso il Tribunale di Milano l’atto con cui si avvia formalmente l’iter giudiziale della class action contro Facebook. 
L’organizzazione contesta al social network la violazione della privacy e la mancata trasparenza delle informazioni al consumatore al momento della registrazione. In merito anche l’Antitrust ha avviato un procedimento.

Cosa chiede Altroconsumo

In particolare, Altroconsumo chiede un risarcimento di oltre 285 euro per ciascun iscritto per ogni anno di registrazione a Facebook per i danni subiti, ossia il mancato guadagno del consumatore per lo sfruttamento economico dei dati personali da parte del social network e per l’indebito utilizzo di informazioni riservate e dei dati sensibili per finalità commerciali.

Coinvolte anche associazioni di consumatori di altri Stati europei

L’azione, avviata insieme ad alcune associazioni di consumatori di Belgio, Spagna e Portogallo, ha già avuto l’adesione di oltre  28mila utenti in Italia più di 100mila in Europa. Essa ha anche lo scopo di ottenere che i consumatori europei siano correttamente informati sull’uso che viene fatto dei loro dati e che possano in ogni momento scegliere quali fra questi condividere.

Lo scandalo dati per Facebook non si arresta

Intanto, lo scandalo dati per Facebook non si arresta. È di questi giorni, infatti, la notizia di un nuovo data breach (violazione di dati) che ha coinvolto almeno 50 milioni di utenti. Per questo nuovo “incidente”, la società di Zuckerberg rischia di subire una sanzione di 1,4 miliardi di euro dall’Unione europea.

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Altroconsumo ha chiesto ulteriori chiarimenti

In merito, Altroconsumo ha inviato una nuova diffida per chiedere chiarimenti su una condotta che si reitera ai danni dei consumatori con cui si vuole sapere: quanti sono gli utenti coinvolti in Italia e nell’Unione europea, in che modo il social network intenda rimediare alla violazione dei dati personali e se si voglia riconoscere un risarcimento alle vittime del nuovo data breach.

 

Fonte: Ufficio Stampa Altroconsumo

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