Sorrento al terzo posto nella Top List Mondiale


Un’etimologia popolare vuole che il suo titolo derivi da Sirenide, forse dato alla zona in relazione alla ipotetica assimilazione di Sorrento con il luogo dove vivessero le sirene, leggendarie creature metà donne e metà uccello, che come vuole la tradizione omerica facessero naufragare sulle sue coste i naviganti.

Al di là delle credenze questa città è riuscita a conservare un flusso turistico che resiste alle mode e al tempo. I fattori son diversi e vanno oltre l’impegno concreto e devoto al turismo di cui risulta essere la principale fonte di introiti per essa.

Le cause correlate che hanno permesso tutto questo sono molteplici e le potremmo individuare nel  suo paesaggio da cartolina e nelle colline che scendono a strapiombo sul mare. Terrazzamenti di agrumi, per il limoncello di Sorrento (liquore ottenuto con bucce di limone, alcool, acqua e zucchero), olio alimentare a denominazione di origine protetta della Penisola Sorrentina.

La penisola vanta un antica tradizione nella produzione di prodotti caseari quali il provolone del monaco (dalla forma di melone o provolone allungato), burrini, caciottine, caprignetti (piccole palline ricavate dalla crema di formaggio caprino), trecce alle olive, specialità dei Monti Lattari. Un clima mite, le sue passeggiate naturalistiche e la vicinanza a siti di altrettanta importanza quali Napoli, Pompei, Amalfi.

Perché qui è stata scritta “Torna a Surriento”, che da una analisi storica l’Avvocato Nino Cuomo ha potuto certificare con documenti che la canzone fu composta dai fratelli De Curtis in onore della zarina che soggiornava al Grand Hotel Imperial Tramontano. Ha dato i natali a Torquato Tasso, poeta sorrentino celebre in tutto il mondo.

Ma il grande e reale merito a parer di chi vi scrive, si deve al Grand Tour (che parti dal XVII secolo), denominato cosi perché era il grande viaggio nell’Europa continentale fatto da figli di famiglie aristocratiche europee, le quali si spostavano per mesi o anni per approfondire gli studi e solitamente terminava in Italia, raramente in Grecia.

Da Goethe (scrisse Italienische Reise/Viaggio in Italia dove raccontava del suo viaggio in Italia tra il 1786 e il 1788) a Nietzche,Wagner, soggiornando a Sorrento e raccontandola, l’hanno resa meta ambita per i posteri, contribuendo ad accrescere il mito di luogo dove si potesse soggiornare tutto l’anno.

Ciò ha spinto per secoli le persone da ogni parte d’Europa e anche d’oltreoceano a recarvisi. Ancora prima, in epoca romana i nobili di allora vollero edificare qui le loro dimore patrizie, sparse nei punti più suggestivi della penisola, tra Stabile e Capo Minerva. Tale mito si consolida alla fine del Settecento quando l’aristocrazia fu rapita dalla passione per l’antichità e il classicismo. I primi viaggiatori dell’età moderna raccontarono nei loro diari di viaggio, le meravigliose avventure vissute descrivendone l’incanto della natura che li circondava, le terrazze coltivate ad agrumeti, la buona cucina, il clima dolce.

Dobbiamo, e devono soprattuto i Sorrentini, ringraziare questi viaggiatori che annunciarono al mondo quest’angolo di struggente bellezza, di cui ancora oggi,  si tramanda sostenendo in maniera evidente la bilancia attiva del turismo.

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