Sanremo: la prima serata


La 65° edizione della vetrina canora italiana

Apre i battenti il Festival di Sanremo e rompe il ghiaccio Chiara con “Straordinario”: il coraggio di osare il giallo è perdonabile se si pensa alla giovane età dell’ interprete; Carlo Conti è impeccabile nel ruolo che ormai è suo, e riceve gli ospiti su Rai Uno come fa in ogni sua trasmissione.

Decisamente troppo glamour Emma Marone, eravamo abituati a vederla in una veste più androgina, Sanremo la trasforma in una Marilyn col vocione e con un passo felpato da zeppa portata con una certa apprezzabile disinvoltura; introduce (a memoria) Gianluca Grignani e lo ritroviamo cresciuto, compreso nel suo ruolo con una canzone che parla di cose serie con quel linguaggio un pò criptico che gli appartiene. Co-conduttrice anche Arisa, in rosso;  la maledizione delle scale di Sanremo da sempre si coniuga inspiegabilmente ad abiti lunghi con l’aggravante dello strascico. Va a braccio per presentare Alex Britti che giunge sul palco in abito nero e con il fascino della pienezza dei quarant’anni, quando veramente incontri “Un attimo importante”; lucido, elegante, presenta la sua gradevole ballata senza sbavature. Per la serie “Courage, peuple!” la rubrica Tutti cantano a Sanremo presenta la famiglia Ananìa di Catanzaro che arriva nella città dei Fiori al completo con i loro 16 figli; il capofamiglia cerca di spiegare che la loro è una scelta di fede, ma Conti ha i tempi stretti televisivi e marche en glissant.

Anche Malika Ayane in rosso e  consapevole della taglia raggiunta,  indossa una tunica ottimamente scelta e la sua sapiente presenza scenica e la sua voce fanno il resto; cambia la scena  a Sanremo e l’aria si fa più rarefatta, i primi piani che la regìa di Pagnussat regala al pubblico rendono perfettamente l’idea di libertà che questa splendida donna si porta dentro  con il brano “adesso e qui”. L’unica più a suo agio con le scale è Rocìo Munez Morales e non la mette in difficoltà neppure l’abito gonfio, con la gonna ricca di rouches e pure questo rosso; primo stacco pubblicitario in attesa del  superospite Tiziano Ferro che regala un medley, l’ inedito “Incanto” e il ringraziamento, un pò polemico, per aver riportato la musica italiana al Festival della Canzone italiana. A seguire i Dear Jack che eseguono “Il mondo esplode tranne noi”: assolutamente in tono con il brano e con lo stereotipo della nuova versione della boy-band, non deludono.

Arriva Alessandro Siani con un monologo divertente e non troppo impegnato, che sfiora Salvini e canta le lodi dell’ Expo come grande volano pubblicitario per il nostro paese. Dura pochi secondi il ricordo a Pino Daniele, Ariston buio ma in piedi e pochi fotogrammi della sua piazza, quella di tanti concerti e dell’ ultimo silenzioso, rispettoso saluto. Che ci aspettavamo, dal Festival? Vedremo cosa accadrà per il promesso tributo a Mango.   Lara Fabian: misura, compostezza, un bello stile e un pizzico di classe per  “Voce”, scritto a tre mani con C. Cremonini; il cambio d’abito di Rocìo serve a sottolineare la reunion della coppia più bella del mondo (dopo Celentano-Mori), il duo Albano-Romina che, dopo il palcoscenico russo, si esibisce insieme all’ Ariston con un medley dei loro successi, rigorosamente live. Siparietto tra ex coniugi, con buona pace di chi ci crede. Cambio d’abito anche per Emma e Arisa, entrambe in un nero rigoroso, quasi monacale e scivolato per la seconda, che introduce Nek con il brano “Fatti avanti amore”, rock all’ italiana, adatto a Sanremo.

Ottavi in gara, guadagnano il palco Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi che, con la direzione di Lucio Fabbri, cantano “Io sono una finestra”: raffinata in un abito holliwoodiano e i guanti lunghi neri, non sbaglia una nota e stringe la mano -laccata di nero e impreziosita da un anello splendido- di Coruzzi, che canta -emozionatissimo- di sè, forse per sè, data anche la tematica del brano e non delude, cercando nel suo corpo controverso una voce che sembra ricordare quella di Mario Biondi, trovandola e scuotendo con eleganza le coscienze. Fabrizio Pulvirenti, medico di Emergency guarito dal virus dell’ Ebola, dà una testimonianza toccante sulla sua vicenda e sulle attività della sua associazione. La gara volge quasi al termine, con Annalisa che esegue magnificamente “Una finestra tra le stelle”: carine entrambe.  Siparietto dei Boiler, garbato e non volgare; ultimo in gara è Nesli con “Buona fortuna amore” e si sente finalmente una voce che graffia un pò.

Chiude la serata il gruppo tanto atteso dagli adolescenti che -si spera- stiano già tra le braccia di Morfeo, a mezzanotte in punto: gli Imagine Dragons, quattro ragazzi americani sorridenti, rilassati e che accettano la sfida di esibirsi dal vivo e di lanciare la prossima uscita del loro  nuovo disco “Smoke and Mirrors”, di cui presentano un inedito intitolato “I bet my life”. Altro grande nome a sorpresa di stasera è Michael Bublè che canta uno dei suoi più noti successi; se non fosse che si tratta di Francesco Cicchella, direttamente dalle prove della nuova edizione di Made in Sud, insieme al suo traduttore Vincenzo de Onestis. Pregevole la carrellata di canzoni interpretate da Emma e Arisa, finalmente a loro agio nel fare ciò che gli riesce meglio: cantare. Tre fotogrammi sul finale: Faletti, Daniele e Mango, sempre troppo poco se non fosse per la sottolineatura delle lacrime silenziose di Emma. Informati sul perchè i nostri eroi facciano Sanremo, alle 00.30 siamo ancora qui che aspettiamo di conoscere gli esiti del televoto.

Classifica: a rischio Alex Britti, Di Michele e Coruzzi, Lara Fabian e Gianluca Grignani; primi fischi del pubblico scontento. La serata prosegue con il Dopofestival; domani si esibiranno le nuove proposte.

photo: sanremo.rai.it


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