… seconda serata
11 febbraio: la gara di Sanremo continua tra i Big, ma, soprattutto, la vetrina sanremese esprime a tutto tondo la sua vocazione di passerella internazionale con la gara tra le nuove proposte.
In una serata così, la curiosità è grande, nei confronti dei talenti acerbi, di quelli che attirano l’attenzione e fanno esclamare “il ragazzo si farà!”; purtroppo, di fari nella notte ad illuminare il profondo blu della scenografia del Teatro Ariston ce ne sono stati pochi. Fa molto reality show la sfida uno contro uno, nella quale, ad esempio, viene eliminata, nel confronto con Enrico Nigiotti (Qualcosa da decidere), “Ritornerai” di Chanty: interessante, intensa, buona presenza scenica, abbastanza curvy per essere un modello finalmente diverso. Kaligola, con “Oltre il giardino”, viene eliminato da Kutso e la sua “Elisa”. Al prossimo giro, altre quattro nuove proposte in gara tra loro.
Tra i Big: Nina Zilli, con Mauro Pagani a dirigere l’orchestra, presenta “Sola” e finalmente smette i panni anni Sessanta ma non lascia a casa la voce; Marco Masini, bel look con gli occhiali, tiene fede alle promesse perchè è fedele a sè stesso con il brano “Che giorno è”. Anna Tatangelo è bellissima in un rigoroso black and white, con Adriano Pennino a dirigere, finalmente “Libera” anche dal trucco marcato che le dava diversi anni in più; motivetto raffinato nell’ intro, si fa pop strada facendo ma la voce è sempre bella. Raf, serio e scanzonato al tempo stesso con la sua faccia da adulto e la giacca impreziosita da applicazioni so Eighties, canta “Come una favola”. Il Volo presenta al festival “Grande amore”: quando la tv serve a lanciare veramente il Bel Canto, il neoventenne Gianluca si commuove, qualcuno sente già profumo di vittoria. Chi si aspettava un cazzotto sul cuore da Irene Grandi è rimasto stupito: per la dolcezza e le melodie di “Un vento senza nome”, evocativo anche nel titolo. Lorenzo Fragola, altro frutto dell’albero dei realities, canta “Siamo uguali” e Fedez contribuisce a mettere su un pezzo che scivola via leggero, come l’acqua. Biggio e Mandelli concorrono per la categoria solo per essere “i soliti idioti”; il paragone con Cochi e Renato sembra irrispettoso (per la premiata ditta Pozzetto-Ponzoni, ovvio), quello con Elio e le storie tese…un auspicio. Bianca Atzei irriconoscibile e bellissima propone “Il solo al mondo”, canzone sanremese 100/100, apprezzabile e stilosa. Moreno, invece, con la sua “Oggi ti parlo così” ha approfittato della vetrina sanremese per lanciare il nuovo successo dell’estate.
Ospiti: Joe “the restaurant man” Bastianich, Biagio Antonacci che propone un medley da concerto assolutamente non auto-celebrativo, in cui reinterpreta i suoi brani, accenna un tango e fa felice Alba Parietti e Massimo Giletti in prima fila. Canta “Quando” di Pino Daniele e, con tutto il rispetto che si deve ad un artista come Antonacci, la cosa sa di rappezzo, come se l’intervento discusso di Siani avesse bisogno di una correzione, da parte del festival, essendo stato troppo en passant nei confronti del musicista partenopeo. Charlize Theron bella, per niente algida, regala schegge di polvere holliwoodiana vestita di normalità e parla un italiano decente, o almeno si sforza. Lei e Angelo Pintus sono stati, insieme a Vincenzo Nibali, tre buoni motivi per tirar tardi davanti alla tv. senza nulla togliere a Pino Donaggio, ovviamente, che ci ha riportato alla magìa di un festival in bianco e nero. Siparietto promozionale per Luca Argentero e Claudio Amendola, che hanno un film in uscita, Cochita Wurst bella voce e barba curatissima, riscuote l’applauso del pubblico, anche se c’è chi preferisce ascoltarla senza vederla. Impeccabile l’intervento di Javier Zanetti e musicalmente di spessore quello di Marlon Roudette.
Arisa: ci eravamo illusi che avesse ricordato di indossare un indumento intimo che sembrava mancare nella prima serata; l’ultimo cambio ci toglie ogni speranza, ma per fortuna ha dalla sua una spontaneità e un disincanto che danno un pò di sale alla minestra. Emma comincia la serata “vestita da Rocìo” e la termina vestita da torero; belle creazioni, ma non sembrano il suo stile. Rocìo: sirena argentata, riporta sul palco dell’ Ariston l’angolo del proverbio espanol sulle ali delle pernici. Paese che vai, usanze che trovi.
Sempre simpatico l’intervento dei Boiler, quelli si una ventata d’aria fresca al festival, sempre pungente Rocco Tanica in sala stampa.
I tributi agli scomparsi non sembrano rientrano nei diktat di questo festival: ricordare Virna Lisi a ridosso della pubblicità e Giuseppe Mango con una coreografia interpretata da una coppia di ballerini (in cui la donna è Rocìo Munez) sulle note di “Lei verrà” ci è sembrato veramente troppo poco.
A rischio: Atzei, Moreno, Tatangelo e il duo Biggio e Mandelli.
Nella foto principale Biagio Antonacci/Foto di Lorenza e Vincenzo Iaconianni (Fotoguru.it) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons