Improvvisa morte, in Egitto, di Mohamed Morsi, ex presidente e maggiore esponente della Fratellanza musulmana, il movimento politico che aveva tentato di imporre nel Paese un governo islamico tra il giugno 2012 e il luglio 2013, a seguito della Primavera araba, ossia le rivoluzioni e le ondate di protesta che avevano attraversato i regimi arabi nel corso del 2011.
Morsi colto da infarto durante un’udienza
L’ex presidente, imprigionato dall’attuale regime militare egiziano, è stato stroncato da un infarto nel corso di un’udienza di uno dei processi in cui era imputato. Aveva 67 anni. Secondo la ricostruzione fornita dai media egiziani, Morsi ha avuto la crisi cardiaca dopo aver ottenuto il permesso di parlare nel corso di un processo in cui era imputato di spionaggio a favore dell’organizzazione palestinese Hamas, legata alla Fratellanza.
Il corpo è stato trasferito in un ospedale non precisato
Il suo corpo è stato trasferito in un ospedale non precisato per motivi di sicurezza legati alla necessità di impedire lo svolgimento di manifestazioni dei Fratelli musulmani. Peraltro, dal 2013 nel Paese vige una rigida legge che vieta i cortei, introdotta dopo la sanguinosa repressione che, nell’estate di quell’anno, seguì al rovesciamento del governo dello stesso Morsi da parte dell’attuale regime militare che ha a capo Abdel Fattah al-Sisi.
Le condanne di Morsi
A Morsi, detenuto ad Alessandria, erano peraltro già stati inflitti 85 anni di carcere a seguito di tre sentenze passate in giudicato, una condanna a morte, che gli era stata tolta in appello, e un ergastolo che era stato impugnato. L’ex presidente era stato eletto nel 2011 dopo la fine del regime ultratrentennale di Hosni Mubarak.
Fonte: Ansa.it