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Abete: “Tre giorni di festa, partecipati e vissuti a pieno dalla comunità”

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Abete: “Tre giorni di festa, partecipati e vissuti a pieno dalla comunità”

Abete, sindaco di S. Anastasia indice tre giorni di festa, partecipati e vissuti a pieno dalla comunità:

Abete Lello, Sindaco di S.Anastasia, racconta attraverso i social le emozioni per la festa, organizzata dall’associazione San Ciro, i dettagli in un post social:

Abete, Sindaco di S.Anastasia: Si è conclusa l’ormai rituale festa organizzata dall’associazione San Ciro, con le Paranze dei Comuni limitrofi, in collaborazione con il santuario e con il nostro patrocinio, ed è diventato un appuntamento molto atteso dai cittadini.

Tre giorni di festa, partecipati e vissuti a pieno dalla comunità.
In particolare il corteo con i carri trainati dai cavalli per il quale devo fare i complimenti agli organizzatori per la compostezza con cui si è svolto.
Ne è seguito un momento di saluto da parte mia e la benedizione del Priore Padre Alessio Romano. Sabato la serata è continuata con la tammorriata ricordando la musica della nostra tradizione, infine domenica balli, canti ed esibizioni in piazza.

Tre giorni dove tanta gente si è incontrata e divertita.
Questo è un evento che patrociniamo con piacere perché serve a socializzare e vivere la piazza, anzi ci impegneremo sempre di più per farlo al meglio.

 

 

Cenni storici da wikipedia

Prima della grande eruzione del 79 d.C. il Vesuvio era rimasto inattivo per otto secoli, le popolazioni che vivevano alle sue pendici non erano neanche a conoscenza che il monte fosse in realtà un vulcano, per cui svilupparono numerosi centri agricoli e commerciali.

Le prime menzioni di quel luogo ci sono date da Cicerone nel suo “De Offici” e da Valerio Massimo nel “Memorabilia” facendo riferimento alla disputa tra Neapolis e Nola per il possesso di queste terre alle falde del monte Vesuvio.

Il Senato romano mandò come arbitro Quinto Fabio Labeone il quale decise di non modificare i confini già tracciati e di destinare quella fascia di territorio alla diretta amministrazione di Roma.

Questo episodio, che è citato da tutti gli storici locali dei paesi vesuviani come atto fondativo del loro territorio, ha, da sempre, suscitato più di una polemica. Secondo alcuni si tratterebbe di un fatto leggendario per attribuirsi “nobili natali”; per altri addirittura non si sarebbe mai verificato.

Recentemente sulla rivista “Summana” è apparso un contributo del prof. Parisi Domenico che, pur confermando l’effettiva realtà dell’episodio, avanza l’ipotesi che l’arbitro mandato dal Senato di Roma, per dirimere la controversia tra nolani e napoletani, non sarebbe stato il console Quinto Fabio Labeone, ma il pretore peregrino Caio Atinio Labeone nel 195 a.C.

In ragione di ciò l’area prese il nome generico di “Campus Romanus”, toponimo che ancora oggi si riflette su questi territori vista l’abbondanza del cognome Romano e visto il nome di una delle frazioni di Sant’Anastasia: “Romani”.

Dopo la guerra sociale del 90 a.C. Roma si assicurò il dominio di tutta l’antica Campania destinando definitivamente la zona del Campus all’amministrazione della colonia Augusta Felix Nola. Da allora l’area venne divisa tra le più importanti famiglie romane che ne fecero un luogo di villeggiatura come testimoniato da numerosi resti di ville suburbane ma anche un attivo posto commerciale costellato di aziende agricole

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