“Terra di nessuno” di Alberto Di Buono.
comunicato stampa
“Brucia lo Stir di S.Maria C.V., poi brucia quello di Casalduni, tutto con una scientifica precisione di eventi che si susseguono e si aggiungono ad altri incendi che di volta in volta divampano nelle diverse aree della Regione Campania, proprio come se ci si trovasse in una “Terra di Nessuno”, dove ognuno fa quello che vuole, dove la silenziosa ma efficiente mano criminale programma, interviene e distrugge un ecosistema che sembra oramai compromesso.
“Terra di Nessuno” è anche il titolo che Alberto Di Buono, ingegnere ambientale, ha dato al suo romanzo, edito da Graus Edizioni, un lavoro letterario con le caratteristiche del Bildungsroman, cioè che racconta emozioni e sentimenti visti nel loro nascere o, anche, con elementi dell’Erziehungsroman, per via del forte intento educativo che manifesta nei confronti delle giovani generazioni.
L’ambientazione realistica e verosimigliante all’area geografica fra Acerra, Maddaloni, Cancello e Somma Vesuviana dove svetta nella sua fisicità il castello “Oikos”, che nella realtà si erge sulla collina di Cancello, in provincia di Caserta, sovrastante la Piana Acerrana dell’ex “Campania Felix. Ai personaggi che si muovono su questa scena l’autore affida ad ognuno un nome che richiama retaggi storici, primordiali e mitologici. Federico (Federico Ruggero Costantino), Manfredi (Manfredi di Hohenstaufen), la docente Gaia (la dea primordiale della mitologia greca, la Madre Terra), Italo, il bidello, (ci riporta a l’etnonimo Italus).
Qui l’adolescente Federico pedalando fa la conoscenza del territorio e del disastro ambientale in corso, e sperimenta anche il magico incontro con “Oikos” nel primordiale richiamo in napoletano, dolce madrelingua parlata da un vecchio saggio, non una divinità, un mago, ma uno che ti sta a fianco e ti consiglia e ti segue nel tuo percorso.
Dal sud al nord del Paese per lavoro e quindi di ritorno a casa da docente, il romantico e idealista Federico Manfredi coinvolge i suoi studenti in una lenta ma profonda e progressiva conoscenza, nella crescita morale del sé, e della conoscenza della realtà con coinvolgenti escursioni.
La scuola dà al ciclista Federico anche l’occasione di riscoprire una vecchia amicizia, quella di Italo, il bidello, e farne di nuove con possibile coronamento d’amore, con la collega di lavoro, Gaia. Un quadro con una scimmia e lo sfondo della foresta amazzonica richiama alla più universale condizione della vita sul pianeta Terra.
Un romanzo di struggente attualità, scritto con un linguaggio semplice ma efficace con il quale l’autore invita il lettore a una profonda riflessione , mostrando come sia necessario percorrere una strada comune e adeguata per contrastare questo male, nella piena consapevolezza che chi inquina e rovina la natura sta solo distruggendo se stesso.”