Da ieri e fino al 30 dicembre le Marine iraniane, cinesi e russe sono impegnate nel Golfo dell’Oman per un’esercitazione militare congiunta denominata “Cintura di sicurezza marina”. Manovre militari lette da molti analisti come un guanto di sfida lanciato nei confronti di Washington e come una chiara dimostrazione dell’appoggio all’Iran di Cina e Russia. L’agenzia iraniana Tasnim riferisce che le esercitazioni copriranno un’area pari a 17 mila chilometri quadrati, con partenza dal porto di Chabahar (vicino il Pakistan), e avranno l’obiettivo di simulare il salvataggio di navi in fiamme o attaccate. A questo scopo la Cina ha inviato nel golfo il cacciatorpediniere Xining, mentre Mosca ha dispiegato il pattugliatore Yaroslav Mudry, la nave cisterna Elnya e il vascello di soccorso Viktor Konetsky. L’ammiraglio iraniano Gholamreza Tahani ha annunciato che le esercitazioni proseguiranno nei prossimi anni.
I contrasti USA-Iran degli ultimi mesi
E’ ormai da qualche mese che la tensione nella regione del Golfo persico è tornata a salire pericolosamente soprattutto dopo che tra maggio e giugno ben sei petroliere sono state attaccate. Attacchi che gli USA hanno imputato a Teheran, la quale ha però sempre respinto al mittente ogni imputazione. Accuse pesanti sono arrivate anche a seguito dell’abbattimento di un drone americano e di due attacchi missilistici a importanti pozzi petroliferi sauditi. Ma la vera è propria rottura tra i due paesi si è avuta a seguito della decisione americana di ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano del 2015 (JCPOA) e con l’imposizione di una nuova tornata di sanzioni a Teheran che ha deciso di conseguenza di ricominciare ad arricchire l’uranio. L’annuncio delle esercitazioni militari congiunte non è una novità, ma è arrivato nel settembre scorso dopo che gli americani avevano affermato di voler inviare nella regione un contingente limitato di militari e rafforzare le difese missilistiche saudite. Inoltre pesa sul delicato contesto anche il fatto che Teheran si sente minacciata direttamente dall’operazione “Sentinella” avviata dagli USA e con l’appoggio dei suoi alleati con lo scopo di garantire il transito sicuro del petrolio nel Golfo di Oman.
La convergenza sino-russa sull’Iran
In questo contesto di forti tensioni, Teheran ha deciso di investire sulla cooperazione con Russia e Cina. L’allineamento dei due paesi è ormai da tempo consolidato anche a causa della guerra commerciale sino-americana che ha visto un riassetto dei loro rapporti bilaterali. Nonostante i buoni rapporti che intercorrono tra i due paesi e quelli che si affacciano sul Golfo e con Israele, la convergenza presenterebbe dei vantaggi strategici non indifferenti. Gli Usa e i suoi alleati occidentali infatti sono divisi su un dispiegamento di forze univoco nella regione, anche per i buoni rapporti tra l’Ue e l’Iran, e di questo potrebbero approfittare Cina e Russia anche come dimostrazione della loro potenza e per non nascosti interessi economici. La Russia potrebbe arrivare così ai “mari caldi” del Golfo e raggiungere di concerto con l’Iran lo scopo di limitare l’influenza statunitense in Asia centrale mentre la Cina potrebbe ottenere dei porti d’appoggio per le sue politiche commerciali ed entrare nel delicato gioco strategico dei conflitti della regione.
Nonostante le rassicurazioni di Cina e Russia sulla natura pacifica delle esercitazioni, molti analisti leggono questo inedito asse come il tentativo di dimostrare a livello planetario il ruolo che Teheran, Pechino e Mosca possono giocare rispettivamente come media e come grandi potenze. Nel frattempo il Pentagono ha fatto sapere che monitorerà le esercitazioni, in questo quadro dove ognuno sta mostrando in maniera sempre più pericolosa i propri muscoli.