Clementina Sasso, ricercatrice astrofisica specializzata in Fisica Solare presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Napoli), originaria di Torre del Greco, è portavoce dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per la missione Solar Orbiter e co-responsabile del gruppo internazionale di modellistica e analisi dati.
Abbiamo avuto il piacere di incontrarla e discutere di Solar Orbiter, l’ambiziosa missione che ci consentirà, attraverso una sonda, di raccogliere dati preziosi sulla nostra stella.
Solar Orbiter, vicini vicini al Sole
Buongiorno Clementina e grazie per la tua disponibilità! Solar Orbiter, mai così vicini al Sole. Proveresti a spiegare a noi comuni mortali in cosa consiste questa missione a cui hai preso parte?
È una missione spaziale dell’ESA/NASA che andrà ad esplorare il legame tra il Sole e l’eliosfera, che è l’enorme bolla di particelle cariche in cui è immerso tutto il sistema solare. Arriverà nel punto più vicino al Sole mai raggiunto con i telescopi e, grazie alla sua orbita inclinata sul piano dell’eclittica (il piano su cui la Terra orbita intorno al Sole), osserverà i poli solari per la prima volta.
Cosa si spera di scoprire attraverso questo ambizioso progetto? E quando avremo i primi risultati?
Solar Orbiter è stato lanciato il 10 Febbraio da Cape Canaveral. Impiegherà circa due anni a mettersi nella giusta orbita per poter fare osservazioni scientifiche, quindi ci aspettiamo i primi dati per Dicembre 2021.
In realtà, sulla sonda ci sono 10 strumenti, divisi tra “in-situ” e “remote sensing”. Gli strumenti in-situ, che misurano le proprietà delle particelle direttamente nel vento solare in realtà rilasceranno i primi dati già questa estate. Dovremo aspettare due anni per avere le immagini degli strumenti remote-sensing, ossia i telescopi, che osserveranno il Sole dalla superficie fino alla corona solare, la parte più esterna della sua atmosfera.
Ci aspettiamo di comprendere l’origine e la variabilità del campo magnetico solare che gioca un ruolo fondamentale nei fenomeni esplosivi che accadono sul Sole e che generano tempeste magnetiche che possono influenzare anche la vita sulla Terra.
“Ho scommesso sull’Italia e sulla mia città d’origine”
Clementina Sasso, da Torre del Greco a Cape Canaveral, tra le scienziate italiane a prender parte al Solar Orbiter. Quali sono state le tue emozioni nel ritrovarti in questo progetto?
È un sogno realizzato, soprattutto perché ho iniziato a lavorare da precaria in questo progetto e da solo un anno sono ricercatrice a tempo indeterminato all’Osservatorio di Capodimonte. Ho scommesso sull’Italia ed in particolare sulla mia città d’origine quando ho deciso di tornarci dopo il dottorato in Germania e posso dire di aver vinto la scommessa.
Solar Orbiter è un progetto internazionale che coinvolge direttamente ed indirettamente tutti i più conosciuti fisici solari al mondo ed essere nominata portavoce ESA per l’Italia e co-responsabile del gruppo di modellistica e analisi dati della missione è stato per me un grande onore e un riconoscimento per il lavoro svolto.
“Ho lavorato fino al giorno del parto…”
Quanto difficile è stata la tua formazione professionale e soprattutto, in quanto donna, quante e quali difficoltà hai incontrato?
Dopo la laurea in fisica alla Federico II a Napoli, sono stata selezionata per svolgere il dottorato di ricerca al Max Planck Institute for Solar System Research di Goettingen, in Germania. Lì sono stata quasi quattro anni e poi sono rientrata a Napoli con un contratto all’Osservatorio di Capodimonte. Dopo dieci anni di precariato ho vinto il concorso per ricercatore a tempo indeterminato, il primo concorso in fisica solare a cui potevo partecipare.
Purtroppo l’Italia resta sempre indietro per soldi investiti nella ricerca e continua ad essere difficile ottenere un contratto a tempo indeterminato. In questi dieci anni ho comunque deciso di avere dei bambini due perché non ho voluto rinunciare alla maternità anche se i miei contratti non prevedevano periodi di riposo e, quindi, ho lavorato fino al giorno del parto e ripreso quasi immediatamente.
Per qualsiasi donna è difficile conciliare il lavoro con la maternità e con i bambini piccoli ho dovuto rinunciare per un po’ a viaggiare per lavoro e dopo mi sono trovata a dover lavorare con più ansia per recuperare e cercare di tornare almeno alla pari con gli altri colleghi. Comunque, mi ritengo fortunata per l’aiuto che ho sempre avuto dalla mia famiglia ma anche dai colleghi, molti maschi, anche se in questi casi la fortuna non dovrebbe giocare alcun ruolo perché dovrebbero esserci più tutele per le madri lavoratrici.
Passione, tenacia e determinazione
Cosa consiglieresti a chi desidera intraprendere i tuoi stessi studi?
Passione, tenacia e determinazione. Non sono studi semplici e richiedono rinunce e dedizione e molto probabilmente trasferimenti all’estero. Ma le soddisfazioni poi arrivano e sono davvero “spaziali”!