Juve Stabia: I Racconti del derby di Stabia di Mister Cioffi


Juve Stabia, Mister Renato Cioffi: “Le emozioni del derby contro l’Ac Stabia”

Juve StabiaMister Renato Cioffi, racconta sui social i ricordi di quella partita e di quella stagione con uno Stadio Menti gremito e l’entusiasmo in città e non solo:

“Dopo l’esperienza fatta con il Montesarchio, in un campionato con i cosiddetti grandi, passai alla Juve Stabia (Castellammare di Stabia), squadra molto blasonata in Campionati di serie D e C.

Era l’anno 1989/90 e le vespe gialloblù così denominate, venivano da una retrocessione dalla C. La Società voleva ripartire subito per ritornare nel campionato professionistico, cercando calciatori di esperienza e di qualità, la squadra fu affidata ad un duo molto scaltro del calcio campano, il Mister era Mario Sommella e il D.S. Nicola Colonna, con la loro sapienza portarono molti giocatori a vestire la casacca gialloblù, ricordo Di Fruscia, Chiancone, Matarese, Gardini, Machille, gente che aveva alle spalle diversi campionati vinti anche nei professionisti.

Di Fruscia ad esempio aveva vinto con la Salernitana, Nocerina anche in B, personaggio particolare con i suoi maestosi baffoni, faceva paura a tutti gli attaccanti avversari. Per me che ero giovanissimo (18 anni – non c’era la regola degli Under), era il massimo, avevo tanto da imparare.

Ciò che voglio raccontarvi è significativo. Oltre ai calciatori di esperienza, il Mister portò con sé il preparatore atletico Giampiero Ventrone, alle sue prime armi, (diventato di seguito preparatore della Juventus, della Nazionale, e di tante altre squadre di serie A), una persona alquanto ambiziosa e altrettanto esaltata, tanto da essere totalmente sicuro di tutto ciò che facesse.

In una domenica di pioggia dovevamo affrontare il derby Juve Stabia vs A.C. Stabia, una stracittadina molto sentita dai tifosi, tanto che lo stadio Romeo Menti contava circa 12mila spettatori, stracolmo!

La mattina, in pullman verso lo stadio, la tensione era alta e palpabile. Una volta negli spogliatoi, il Mister, dopo aver caricato la squadra come era solito fare, dettò finalmente la formazione e con mio grande stupore sentii il mio nome, al posto di un giocatore esperto, tra i commenti dei compagni.

Io ero tranquillo, forse per incoscienza, o per consapevolezza, non saprei. Tutti mi diedero dei consigli e arrivò il momento del riscaldamento pre-gara, attraversammo il sottopasso e salimmo le scale che ci introducevano sul rettangolo di gioco (all’epoca in erba naturale, oggi in sintetico) e mi trovai davanti proprio Ventrone, con le mani sporche di fango che si avvicinò sporcandomi la faccia e inneggiando ad un rito tipico dei Marines, gridò, esaltandomi: “vai vai Marine, oggi è la tua giornata e devi vincere questa battaglia”!

A quel punto capii veramente l’importanza e il significato di quella partita, da non sbagliare assolutamente, la posta in palio era alta.

Finì con il risultato di 2-2, una gara spettacolare sotto tutti i punti di vista, con l’applauso finale di 12mila spettatori in un semplice campionato di serie D.”

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