#Alive, trama e recensione

#Alive – Joon-woo (Yoo Ah-in) è un ragazzo nerd con la passione per droni e videogiochi. Una mattina al suo risveglio si affaccia al balcone e assiste allo scatenarsi di un’epidemia che trasforma gli abitanti di Seoul in zombie cannibali. Da solo in casa comincia quindi una lotta per sopravvivere con poco cibo a disposizione fin quando non scorge una ragazza (Park Shin-hye) alla finestra del palazzo di fronte al suo, che lo aiuta e con la quale si allea in attesa dei soccorsi.

#Alive, recensione

Ancora una volta (dopo titoli acclamati come “Train to Busan” e “Peninsula”) la Corea sforna un film sugli zombie,  tratto dal fumetto digitale “Dead days” e quanto mai attuale perché legato ad un’epidemia. Il risultato al botteghino in patria è stato particolarmente soddisfacente prima dello sbarco planetario su Netflix. Cho Il-hyung firma il suo esordio alla regia con una storia di sopravvivenza e squilibri da essa indotti, che dopo mezz’ora ad altissima tensione rallenta vistosamente. Il protagonista, interpretato da uno Yoo Ah-in che si prodiga in una performance di tutto rispetto e ricca di sfumature, risulta in più frangenti comico nonostante tutto e imparerà che è la voglia di vivere a mantenerlo in vita.

Brivido e suspense a parte, ravvisiamo qua e là una spruzzata di critica sociale. Lo spot al quale Joon-woo assiste in tv funziona anche in un contesto di disperazione estrema e lo induce a fargli consumare immediatamente quella che doveva essere l’ultima cena a disposizione. Gli zombie, metafora di omologazione, ripetono all’infinito gli stessi gesti che compievano a lavoro. C’è anche la costruzione e la riscoperta di un rapporto di affetto che nasce e cresce grazie ad una situazione di emergenza, che spinge finalmente a guardare fuori dalla finestra. E c’è spazio anche per l’amarcord vintage, quando potrebbero risultare provvidenziali degli auricolari con un classico jack che funga da antenna radio fm ma ci si accorge che ormai è tutto wireless. Ad ogni modo rispetto al monito lanciato dal docudrama “The social dilemma”, alla stessa maniera disponibile su Netflix, qui i social ricoprono una fondamentale importanza per la sopravvivenza.

Non assistiamo a particolari innovazioni del genere ma soprattutto la prima parte di “Alive” funziona egregiamente a livello di intrattenimento. Il film convince anche nelle scene di azione, supportato da un make-up di buon livello. Il colpo di coda, con l’incontro di un marito che procura amorevolmente da mangiare alla moglie infetta, dona nuovo slancio al lungometraggio e offre ulteriori spunti di riflessione.

#Alive è disponibile su Netflix a partire dall’8 settembre 2020.


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