“Tutto sommato qualcosa mi ricordo” (Rizzoli Editore) – Raccontare la propria vita non è cosa da tutti, Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acqua sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?”, per arrivare a concludere che ”forse non e’ stato neppure come lo ricordi tu, perche’ nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso”.
Tutto sommato qualcosa mi ricordo (Rizzoli Editore)
Ibsen, Shakespeare, Brecht, quando gli insegnanti del Centro universitario teatrale gli sottoposero una lista di autori da portare in scena, il giovane Proietti scoprì di non sapere nulla; non aveva mai sentito nominare nessuno di quei nomi. Cresciuto nella periferia di Roma l’unico palco che conosceva era quello dei night club, dove suonava e cantava insieme agli amici. Si era iscritto per gioco a quel corso di recitazione; non avrebbe mai immaginato che quel “gioco” gli avrebbe cambiato la vita.