L’obesità viene definita, in modo generale, come un accumulo eccessivo o anomalo di grasso corporeo che rappresenta un fattore di rischio per la salute. Poiché la probabilità che l’obesità infantile si traduca poi in obesità nella vita adulta è elevata, riconoscerla e prevenirla quanto più precocemente possibile è di fondamentale importanza.
Sovrappeso e obesità infantile, gli effetti della pandemia Covid-19
Tra le numerose conseguenze dei vari lockdown aventi avuto il fine di contenere la pandemia da SARS-CoV-2, un posto determinante lo assume quella relativa all’aumento del rischio di sovrappeso e di obesità infantile, come tra l’altro è stato dimostrato in uno studio pubblicato su Obesity e realizzato con l’ausilio dei ricercatori dell’Università di Buffalo. In tale studio sono stati esaminati i dati di circa 41 bambini in sovrappeso, posti in isolamento a Verona, nei mesi di marzo e aprile 2020.
Dalla pubblicazione è emerso che l’aumento di rischio dell’obesità nei bambini possa essersi consolidato effettivamente durante il periodo di lockdown. Infatti, andando a confrontare i comportamenti dei bambini rispetto all’anno precedente, è emerso che nel corso della “quarantena” questi tendevano a consumare un pasto in più al giorno e a dormire 30 minuti in più, diminuendo notevolmente l’attività fisica che veniva sostituita da un aumento del tempo trascorso davanti ad uno schermo, sia quello di un computer sia quello di un televisore, di un tablet, di uno smartphone.
Dal punto di vista della qualità della dieta, i ricercatori hanno poi evidenziato un incremento del consumo di “cibi spazzatura”, il cosiddetto junkfood, con un incremento notevole dell’introito di carne rossa, merendine, dolciumi vari e bibite zuccherate.
La chiusura delle scuole
La chiusura delle scuole ha sicuramente favorito tutti tali comportamenti sbagliati, poiché sono venuti a mancare tutta una serie di condizioni importanti per la crescita dei ragazzi: il contatto diretto con gli insegnanti, che come ben noto rappresentano figure educative di riferimento per la crescita dei bambini soprattutto in età prescolare, e con i compagni di classe, indispensabili per il confronto e per l’accrescimento delle relazioni interpersonali.
La scuola rappresenta, infatti, un ambiente dove i bambini sono fisicamente attivi grazie ai giochi e alle attività didattiche pensate per la loro età. Inoltre, gli insegnamenti e gli stimoli che sono forniti nell’ambito scolastico rappresentano un motore fondamentale, spesso in grado di apportare miglioramenti sullo stato ponderale dei bambini e di alleggerire tutti quei “comportamenti obesogeni”, quali: un’alimentazione scorretta e poco equilibrata, l’assenza di attività motoria, i disturbi legati al sonno, i disturbi del comportamento alimentare, ecc.
La chiusura dei servizi di mensa scolastica ha determinato, inoltre, un cambiamento nei bambini della modalità di approccio al cibo. Nelle Linee di Indirizzo Nutrizionale per la ristorazione scolastica si fa riferimento ai diritti dell’infanzia pronunciati dall’Onu nel 1989 tra cui il diritto ad avere un’alimentazione sana ed adeguata al raggiungimento del massimo della salute (Ministero della Salute, 2010).
La ristorazione scolastica, infatti, assicura un buon livello qualitativo dei pasti sia per qualità nutrizionale che sensoriale e garantisce i principi di sicurezza alimentare; inoltre fornisce ai bambini pasti che rispettano le indicazioni dei Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana (LARN).
Obesità infantile: Cibi confezionati e a lunga conservazione
C’è da considerare che, a causa del distanziamento sociale, le famiglie, per evitare di uscire dalle proprie abitazioni e recarsi al supermercato, facevano scorta di cibi prediligendo gli alimenti confezionati e a lunga conservazione e la maggior parte di essi erano super elaborati, ricchi in grassi e calorie e poveri di nutrienti essenziali.
Dopo una profonda analisi di questa cascata di eventi, c’è da dire che la maggior parte dei bambini, a causa della forte sedentarietà, si trova attualmente in una condizione di sovrappeso e obesità; per questo motivo la prevenzione è fondamentale ed è determinate la figura del pediatra che, in collaborazione con esperti della nutrizione (biologi nutrizionisti o dietisti) e dopo aver valutato lo stato di nutrizione, dia le giuste indicazioni per una corretta alimentazione andando ad agire anche con la modifica delle abitudini alimentari intra familiare.
Cura e prevenzione
Ecco alcuni consigli che possono risultare utili in questo momento storico così incerto e delicato per tutti, ma soprattutto per i bambini.
- Prestate maggiore attenzione all’alimentazione del bambino, partendo da un coinvolgimento familiare e con l’educazione alimentare, provando quindi a coinvolgerlo e ad avvicinarlo alla cucina sana e alle preparazioni più adeguate alla sua età.
- Quando possibile, e se possibile, dal momento che le palestre restano ancora chiuse, potrebbe essere utile fare attività fisica in casa: ginnastica a corpo libero, seguendo dei tutorial reperibili dal web, saltare con la corda, fare giochi di movimento e tutte quelle attività che possono essere svolte andando a considerare lo spazio che si ha a disposizione.
- Da evitare assolutamente, per quanto possibile, la sedentarietà cercando di non abbandonare il bambino davanti allo schermo di un televisore!
- Infine, Vi consiglio fortemente e indipendentemente da questo periodo, dal momento che la Campania ha un tasso di obesità infantile più alto rispetto alle altre regioni italiane, di monitorare l’andamento di crescita del bambino con indici appositi considerando in particolar modo l’adiposity rebound che è un indicatore precoce del rischio di sviluppare l’obesità in età adulta.
Dopo il primo anno di vita, i valori di IMC (Indice di massa corporea) diminuiscono, per poi andarsi a stabilizzare e riprendere ad aumentare mediamente dopo i 5-6 anni. Se l’aumento dei suddetti valori si verifica prima dei 5 anni ciò indica il rischio di sviluppare obesità durante l’adolescenza e in età adulta. Per questo è importante anche recarsi con regolarità dal pediatra e controllare le fasi di crescita di vita del bambino, soprattutto in periodi come questo.
Ricordiamoci sempre che la prevenzione ci permette di agire sullo stile di vita e migliorare la qualità della vita del bambino stesso.
(Dott. Giovanni Sambiase, biologo nutrizionista)