Il governo Draghi ha visto la luce


Governo Draghi – Il nuovo governo è sorretto da una larghissima maggioranza anche se piuttosto eterogenea, come peraltro già avvenuto nella storia repubblicana italiana agli albori fino al terzo esecutivo De Gasperi e poi anche in epoca recente con i governi di unità nazionale o tecnici come quelli di Din, Ciampi e Monti.

All’opposizione da una parte il partito di Giorgia Meloni, fratelli d’Italia, e dall’altra i dissidenti del movimento 5 stelle e il partito di sinistra italiana di Nicola Fratoianni, che non ha condiviso il sostegno di Leu al governo Draghi.

Il governo Draghi, tecnici di grande rilievo e forze politiche

Nella squadra dei ministri i ruoli dei dicasteri economici e di sviluppo sono stati affidati a tecnici di grande rilievo scelti da Draghi con il beneplacito del Quirinale, mentre i restanti sono stati divisi tra le forze politiche che lo sostengono. Una divisione tra i partiti di maggioranza sarà fatta anche per i posti dei sottosegretari e dei viceministri, che oltre ai 5 stelle, PD, Leu e Italia viva ora dovranno prevedere spazio anche per la Lega, Forza Italia, Più Europa-Azione e Cambiamo.

La quota della forza politica di maggioranza relativa, il movimento 5 stelle, andrà però rivista alla luce del sostanzioso voto contrario al governo dei suoi appartamenti sia al senato che alla camera. Questi dissidenti, se come sembra saranno espulsi dal movimento, potrebbero aderire al partito Italia dei Valori per costituire un gruppo alle camere con tutti i benefici concessi dai regolamenti parlamentari e collocarsi stabilmente all’opposizione.

In quel caso però dovrebbero rompere politicamente con l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha condiviso la linea di Grillo del sostegno a Draghi, e si allontanerebbero pure dall’asse che è stato formato tra il movimento 5 stelle, il PD e Leu con la proposta addirittura di creare un intergruppo parlamentare tra le tre forze politiche.

Lega, Forza Italia e PD

La Lega ora è allineata alla linea europeista di Draghi e con i suoi uomini di governo, Giorgetti in primis, non pensa più a chiedere elezioni anticipate, ma ad adoperarsi per le questioni industriali aperte a cominciare dalla situazione degli operai della Whirlpool di Napoli.

Berlusconi è riuscito ad ottenere tre ministri, Brunetta, Gelmini e la salernitana Carfagna, a liberare spazio per i suoi fedelissimi nei ruoli politici di Forza Italia e a richiedere ulteriori posti di sotto governo, coltivando addirittura il sogno di essere eletto al Quirinale, nonostante l’appoggio al governo di Draghi, che però potrebbe essere uno dei suoi più temibili concorrenti nella corsa alla presidenza della Repubblica.

Più complicata è la posizione del PD, con Zingaretti che è stato costretto a stringere un rapporto politico con Salvini nel comune sostegno a Draghi, ma contemporaneamente a mantenere l’alleanza con il movimento 5 stelle di Grillo nella speranza poi di recuperare Conte e il consenso che l’ex premier pare sia riuscito a costruirsi tra gli italiani nei suoi due anni di attività di governo.

Renzi deve pensare a costruire un nuovo percorso

Renzi invece si gode il successo della sua manovra politica, ma deve pensare a costruire un nuovo percorso per non essere stritolato nella nuova situazione politica, rafforzando i suoi rapporti con gli europeisti di Emma Bonino e recuperando il rapporto con il suo ex amico e ministro Carlo Calenda, ora leader di Azione. Infine Giorgia Meloni da un lato dichiara di fare un’opposizione patriottica, assicurando sostegno alle iniziative utili al paese del governo Draghi, dall’altra scommette sul fallimento di questa nuova maggioranza perché in caso contrario, rischierebbe di essere emarginata da un ampio fronte di forze politiche e costretta a fare opposizione insieme alle sinistre estreme, nonostante una buona fetta di consenso popolare, che sembra da tempo ormai essersi assicurata con la sua coerenza e soprattutto gli errori commessi dagli altri.

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