Moneta di Telesia – L’antica città di Telesia, importante centro romano posto in posizione strategica, ha avuto una storia che le donò una certa importanza all’interno della cerchia delle città romane.
Il rilievo della città fu tale da poter avere l’onore di battere moneta propria fra il 265 e il 240 a.C., quasi in concomitanza con le prime e vere forme monetali coniate a Roma; quando la moneta aveva iniziato ad avere un peso specifico e sostituito il baratto.
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Telesia: il crocevia del Sannio; città di Annibale, conquista Romana e centro culturale Telesia – Lo splendore romano: L’anfiteatro, le mura e la scuola dei gladiatori Telesia e Telese Terme: dalle Terme Romane alle Antiche Terme Jacobelli La moneta di Telesia, quando una copia fu donata a Papa Franceswco Telesia, Telese Terme e S.Salvatore Telesino: dal periodo tardoantico al primo vescovoL’Aes Grave (prime monete in bronzo del periodo repubblicano) di Telesia faceva parte di quelle categorie di
monete entrate tra le monete dal peso standardizzato.
La Monetazione di Telesia è da collegare a tutte quelle città che coniarono moneta perché considerate colonie o alleate di Roma; tra le più importanti oltre a Telesia: Cales e Suessa. Queste città, dopo la seconda guerra punica non emisero più moneta propria, ma si basarono per il commercio sulla moneta di conio romano: il denario (Denarius – moneta di piccole dimensioni in argento).
Un problema che riguarda la monetazione Telesina è quella relativa proprio al ritrovamento numismatico; infatti, se a Cales è stato trovato un gran numero di monete appartenenti alla città, di Telesia ne è stato trovato un solo esemplare non a Telesia, ma a Cales. Questo fa sorgere diversi dubbi alimentati anche dalla mancanza di adeguate indagini archeologiche sul territorio che potrebbero portare alla luce altro materiale numismatico e quindi dare una svolta alle indagini storiche.
Perché Telesia coniava monete?
Non possiamo dire con certezza che a Telesia fosse presente un proprio conio anche se l’unica moneta trovata del periodo romano fa propendere alcuni studiosi nel sostenere questa teoria.
L’inizio della coniazione in Campania è da attestarsi tra le città che furono alleate o colonie di Roma. Qui le monete si ispirano a quelle coniate a Neapolis (piede campano o foceo), un tipo di moneta in bronzo che iniziò a circolare soprattutto nel III secolo a.C. Proprio per questo, e per la scarsità di reperti, alcuni studiosi pensano che la zecca non fosse presente a Telesia, ma la moneta fosse stata emessa dalla zecca della grade metropoli.
Il fatto che l’emissione di moneta fosse legata a Roma fa ben comprendere il perché queste città tra cui: Venafr
Moneta di Telsia – bronzo: Dritto con Testa di Minerva (Athena?) con elmo corinzio crestatoo, Telesia, Benevento, Aesernia, Calles, Larino e altre; iniziarono a coniare monete in bronzo. Infatti, una delle cause dell’inizio di emissione monetale da parte di queste città, fu il tributo che queste riservavano a Roma.
La rara moneta di Telesia fa parte di quel gruppo di monete in bronzo che riportano le raffigurazioni nel dritto di Minerva e nel rovescio di un Gallo (altri esemplari con numero superiore riportano Apollo/toro). L’unico esemplare è custodito presso il Museo Archeologico di Napoli, collezione Santangelo n. 501. Il bronzo è il metallo monetario usato, il peso è di 4,15 grammi con un diametro di 17 mm.
La moneta nel dritto presenta l’effige di Minerva stante a sinistra con elmo corinzio crestato. Nel recto il bronzo presenta la raffigurazione di un gallo stante a destra sovrastato da astro a 6 punte. La moneta presenta sulla stessa faccia una scritta retrograda ZIЯƎT (Teris).
Proprio la legenda Teris inizialmente causò qualche dubbio sulla città alla quale fosse da collegare. Il Mommsen, il
Fiorelli ed il Riccio riferirono nei loro scritti che la moneta riportasse la scritta Teleis o Telis, In realtà fu riportata sulla moneta una scritta in lettere osche TERIS, le quali vanno lette però Tedis. Secondo il Monervi questo non sarebbe altro che il nome osco di Telesia, come si può evincere nel caso delle monete di Aquilonia, la cui legenda riporta Akudunniad.
Alcuni studiosi sostengono che la scritta retrograda sia frutto di incisori che avevano poca esperienza ed erano stati chiamati per far fronte all’innumerevole richiesta di produzione monetaria.
Minerva ed il Gallo: luce solerzia, vigilanza, industria e combattività
Alcuni studiosi pensano che il dritto riporti l’effige di Athena e quindi il gallo e da collegare a questa divinità. Solitamente invece si vede nel profilo la dea Minerva ed il gallo insieme all’astro sarebbe da collegare, essendo un animale mattutino, alla nuova luce; simbologia rafforzata dalla presenza dell’astro, che queste colonie stavano vivendo sotto il dominio romano.
Il gallo è anche il simbolo di Marte, divinità cara e fondatrice della città e dei Sanniti. Secondo Gnecchi il gallo era simbolo di solerzia, vigilanza, industria e di combattività, quella promessa dagli alleati a Roma.
Un dono per papa Francesco
La rarità della moneta ed il mistero storico che ancora l’avvolge per la sua unicità è stato anche un dono gradito per Papa Francesco. Infatti, nel 2015 una copia del bronzo, comunemente chiamato dell’obolo campano fu donata dall’allora sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano, al Papa.
“Santità, la riproduzione argentea dell’obolo telesino che in questo momento Le consegno a nome della comunità di Telese Terme vuol essere un segno di gratitudine e profonda ammirazione per il Suo operato alla guida della Chiesa mentre ci avviamo, agli albori di questo nuovo anno, alla conclusione dei festeggiamenti per gli 80 anni di Autonomia della cittadina”.
Così l’ex sindaco presentò la moneta, simbolo di un’antica storia appartenuta alla città.