Nel calendario romano, considerando l’almanacco stilato da Romolo, il mese di Aprile, Aprilis, è il secondo dopo Marzo che era dedicato al dio Marte.
Secondo Ambrogio Teodosio Macrobio, scrittore romano del V secolo, all’inizio il calendario fu istituito da Romolo; era un calendario lunare diviso in 10 mesi. Secondo la tradizione, Romolo si basò sul calendario lunare greco, anche se in realtà quello romano era formato da mesi con 30 e 31 giorni.
Il primo mese dell’anno era Marzo/Martius: 31 giorni, Aprile/Aprilis: 30 giorni, Maggio/Maius: 31 giorni, Giugnio/Iunius: 30 giorni, Quinto mese/Quintilis: 31 giorni, Sesto mese/Sextilis: 30 giorni, Settembre/September: 30 giorni, Ottobre/October: 31 giorni, Novembre/November: 30 giorni, Dicembre/December: 30 giorni.
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Calendario Romano: Aprile, Aprilis: Venere e la fondazione di Roma Calendario delle Festività Romane: 1 Aprile – VeneraliaCalendario Romano, Aprile – Aprilis: il mese dell’amore e delle divinità femminili
Nel calendario romano, Aprile è il mese dedicato alla primavera allo sbocciare della terra dal letargo invernale, e quindi legato a molte divinità femminili, prima fra tutte Venere a cui veniva riservato il primo giorno del mese. Ogni culto legato a questo mese era connesso alla madre degli dei: Cibele. Il mese è dunque dedicato anche a Cerere, dea della terra, della fertilità e della nascita di ogni essere vivente della flora e della fauna; a cui si dedicavano i Ludi Ceriales che venivano celebrati dal 12 al 19 aprile.
Era il mese dedicato anche a Tellus, un’antica divinità legata alla terra e alla fecondità, associata nel mondo romano a Cerere, era anche il mese offerto alla dea Flora .
Aprile era dedicato anche a Pales, antica divinità protettrice degli allevatori e del bestiame, essenza divina arcaica a volte femminile altre maschile.
Nello stesso mese, il 25 Aprile, si celebravano i Robigalia, dedicate a Robigo, il dio della Ruggine del grano (arcaico rituale legato al grano).
Proprio perché legato a divinità femminili, Aprile era il mese, se possiamo azzardare, dedicato alle donne. È il periodo in cui imploravano l’intervento delle divinità su alcuni momenti, che a quei tempi, erano principali della loro vita come: matrimonio, nascita, gravidanza, etc.
Si pensava che a volte, ad intervenire in aiuto non fosse solo una divinità, ma a volte in sostegno alle romane giungevano le divinità in coppia come nel caso di Venere Verticordia ( la Venere che apre i cuori) e Fortuna Virilis (Antica divinità, forse precedente al dominio romano. Era la dea del caso e del destino a lei veniva dedicata la giornata del 24 giugno), durante la festività del primo Aprile chiamate Veneralia.
È così forte la correlazione tra Aprile e Venere che si è pure forzato l’origine del nome facendone risalire l’origine del nome a quello greco della dea: Aphrodite.
Anche questa volta Ovidio viene in nostro aiuto, secondo il poeta, Aprile deriverebbe da “Aprirsi”; quindi simboleggerebbe l’aprirsi della stagione primaverile dal torpore invernale per far sbocciare sulla terra la flora policroma.
Si legge nei Fasti di Ovidio: “Aprilem memorant ab aperto tempore dictum, quem Venus iniecta vindicat alma manu” ( E poiché allora la primavera apre ogni cosa, e il denso e rigido freddo cede passo, e si spalanca la terra pregna, vi è chi ricorda che Aprile è detto dalla stagione che si apre e su questo Venere pone la mano che nutre, e lo rivendica).
Perché legato a Venere, Aprilis era anche il mese dedicato all’amore, ma non solo l’amore quello spirituale, ma anche quello che faceva nascere nuova vita.
Aprilis – il mese della nascita dell’Urbe di Roma
Nella cronistoria della città di Roma, Aprile è un mese importante perché Varrone, basandosi sui calcoli di Lucio Taruzio, pone la fondazione dell’Urbe. Molto probabilmente il 21 Aprile 753 fu posta come data per collegarla alla nascita della democrazia ad Atene.
Vi è un collegamento tra Venere e la Gens Iulia che vanta un antenato assai importante per Roma, Enea. Infatti, secondo Virgilio, fu proprio la dea, madre di Enea, a convincere il dio Vulcano a forgiare le armi che fruttarono la conquista del Lazio al principe dei Dardani (abitanti della Dardiana, territorio dell’attuale Turchia), Enea