“Una donna promettente”, trama e recensione

“Una donna promettente” – Cassie (Carey Muligan) ha abbandonato gli studi di medicina e si finge ubriaca il venerdì nei locali per vendicare una vecchia violenza sessuale subita dalla sua migliore amica. Prima si fa rimorchiare e poi mette a nudo la meschinità dell’uomo di turno che prova ad approfittare di lei. Quando incontra Ryan (Bo Burnham), ex compagno di studi che sembra diverso da tutti gli altri, nonostante un primo approccio ostile la sensazione è che finalmente qualcosa possa cambiare nel suo rapporto con gli uomini. Ma una ferita ancora profondamente aperta, unita ad una natura maschile che continua a rivelarsi aberrante complicherà molto la situazione.

“Una donna promettente”, recensione

Dopo il debutto al Sundance Film Festival 2020 il film, prodotto dalla LuckyChap Entertainment di Margot Robbie, ha raccolto premio dopo premio con il passare dei mesi. Intinto in un femminismo che non lascia nessuno scampo o quasi agli uomini, smonta in maniera ruvida le convenzioni e i luoghi comuni sulla violenza sessuale femminile, che portano spesso a sminuirla pericolosamente. La sceneggiatura è il suo principale punto di forza  e non è un caso che abbia portato un meritato premio Oscar alla giovane regista Emerald Fennell (anche attrice ad esempio in “The Danish Girl” e nella serie “The Crown”).

Una scrittura fresca e vitale che dipinge una parabola vendicativa dall’esito non scontato. E che mostra come anche una donna in gamba e promettente può non farcela se finisce vittima di abusi maschili, pur se non in prima persona. La tesi presentata è che tali abusi hanno sempre più di un responsabile, tra omertà e chi assurdamente tollera, causando traumi che possono stravolgere un’identità. Carey Muligan sfiora anche lei l’Oscar e ci regala un’interpretazione intensa e magnetica, senza mai strafare, alle prese con un personaggio che in realtà non può compiere nessun passo in avanti. Non  c’è consolazione alcuna in quest’opera cruda e attuale, solo un messaggio diretto e disincantato. In epoca di MeToo sono ormai diversi i titoli che entrano a gamba tesa su tematiche analoghe, a firma anche maschile come “Bombshell” (che abbiamo recensito qui).

I continui cambi di registro contribuiscono a formare una peculiare cifra stilistica per la Fennell, che non intende colpire lo spettatore con le immagini né con un’ironia spiccata. La sua macchina da presa, con molteplici angolazioni dal basso, ci vuole solo mettere la realtà sotto al naso senza edulcorarla, puntando il dito, denunciando e invocando una netta inversione di rotta.

“Una donna promettente” sbarcherà nelle sale italiane a partire dal 13 maggio 2021.

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