“Estraneo a bordo” – Poche ore dopo la partenza di una missione biennale su Marte l’equipaggio formato dal capitano Marina Barnett (Toni Collette), dalla ricercatrice e dottoressa Zoe Levenson (Anna Kendric) e dal biologo David Kim (Daniel Dae Kim, il Jin di “Lost”) scopre in realtà di viaggiare con un quarto componente, l’ingegnere Michael Adams (Shamier Anderson). La sua presenza porta con sé un guasto che non garantisce l’ossigeno necessario per tutti e non è possibile fare marcia indietro. Ecco che anni di preparazione e ricerche vengono spostati in secondo piano dal mero fine di sopravvivere, dovendo purtroppo al contempo anche decidere chi sarà a non fare mai ritorno sulla Terra.
“Estraneo a bordo”, recensione
Joe Penna, regista e coautore della sceneggiatura con Ryan Morrison, scandisce la prima parte del film con i ritmi compassati classici del genere ma se si ha la pazienza di attendere la comparsa dell’estraneo a bordo si resta avvolti dalla giusta tensione e dalla voglia di sapere come andrà a finire fino alla fine. A parte i motivi nebulosi per i quali il quarto incomodo si ritrova a bordo dopo il decollo abbiamo modo di assistere ad una parabola significativa ed esaustiva compiuta da tutti i personaggi. Che risultano ben amalgamati e sorretti da interpreti solidissimi. Il capitano Barnett e la ricercatrice Levenson sono due caratteri agli antipodi: fredda la prima, viscerale e passionale la seconda. Il biologo Kim, che arranca nonostante un’età non avanzatissima, fa da ponte tra le due mentre appare maggiormente stereotipato il carattere di Michael.
Il lungometraggio funziona così com’è con pochi personaggi e un’unica ambientazione, giocandosi la carta delle immagini spettacolari dello spazio soltanto nella sua coda. Dicevamo di una tensione adeguata, che comunque si manifesta senza frenesia e con poca azione in una successione di eventi capace di incollare lo spettatore al divano. Questo fino ad un finale che non ci regala un ultimo sussulto ma si limita ad illustrarci chi era il vero estraneo a bordo, quello capace di seguire il cuore e non il protocollo.
Penna, musicista brasiliano classe 1987 con all’attivo 400 milioni di visualizzazioni su YouTube dal 2005 a oggi, convince insomma con una regia lineare e concreta, caratteristiche proprie anche di una storia che con qualche salto mortale si mantiene plausibile e non priva di riflessioni di spessore. E riesce in maniera suggestiva a farci sentire la fatica dei protagonisti e i loro respiri contati.
“Estraneo a bordo” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 22 aprile 2021.