Abbiamo raggiunto e intervistato Marco Turati, ex giocatore tra le altre di Hellas Verona, Cesena e Siracusa, ora collaboratore tecnico dello Spezia di Vincenzo Italiano.
1) Marco, è arrivata una salvezza sofferta ma alla fine meritata, quali sono le tue sensazioni?
“Provo sensazioni indubbiamente splendide. Le difficoltà erano molteplici in quanto lo Spezia ha dovuto affrontare un girone intero in trasferta a causa dei lavori al nostro stadio e in questo anno ha affrontato anche un cambio societario, ma nonostante questo i ragazzi e lo staff tecnico (quasi tutti debuttanti in categoria) hanno trovato l’energia giusta per raggiungere un traguardo storico“.
2) Lo Spezia ha regalato tante gioie ai suoi tifosi, che cosa ha significato giocare un campionato così difficile senza il pubblico?
“L’assenza di pubblico per lo Spezia è stato sicuramente un fattore negativo visto l’entusiasmo dei nostri tifosi per un traguardo raggiunto dopo 108 anni di storia“.
3) Da Napoli alla vittoria contro il Milan fino al pareggio contro l’Inter senza dimenticare la goleada contro il Torino, esiste una partita più bella?
“Sicuramente la partita col Milan è stata la migliore, sia per prestazione che per risultato, è stata la partita che ci ha fatto capire cosa potevamo diventare <<da grandi>>”.
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4) Che rapporto hai con il Mister Vincenzo Italiano?
“Con Italiano c’è sintonia, l’idea calcistica è la stessa e nasce da continui confronti avvenuti negli ultimi 10 anni, non certo da ora“.
5) Questa squadra è stato il giusto mix di giovani, qualche calciatore esperto come Saponara o Farias e volti nuovi nella massima serie come Nzola. Merito della dirigenza. Qual è il segreto o la chiave per questo traguardo?
“Non c’è nessun segreto, solo lavoro e abnegazione. La dirigenza ha costruito un intera squadra in due-tre settimane, quindi non era facile amalgamare sin da subito la squadra, ma i ragazzi arrivati, sia giovani che esperti, erano di valore“.
6) Quando avete capito che la salvezza poteva essere raggiunta? Qual è stata la partita che vi ha dato fiducia o carica?
“Abbiamo sempre creduto nella salvezza ma fino all’ultima partita col Torino non abbiamo fatto calcoli perché sapevamo che dovevamo vincere il più possibile e basta!“.
7) Come ti stai trovando in questo nuovo ruolo?
“Mi trovo bene, ho sempre immaginato un futuro da allenatore per il post carriera da calciatore e oggi sono contento di questo nuovo inizio“.
8) Anche se la risposta è un po’ scontata, quanto ti fa male vedere il Siracusa nel calcio non professionistico?
“Ho un adorazione speciale per il Siracusa, la piazza mi ha fatto vivere emozioni indimenticabili e ancora oggi ne seguo le sorti sentendomi uno di loro. Come è ovvio che sia, auguro una pronta risalita al “mio” Siracusa“.
Si ringrazia per la disponibilità Marco Turati, collaboratore tecnico dello Spezia calcio.
Gianluca Apicella