I propositi alla vigilia della partita erano ottimi. Due squadre come Siracusa e Giarre, di certo, avrebbero offerto uno spettacolo calcistico degno di una categoria superiore, ma con un Siracusa leggermente più predisposto alla vittoria. In campo però, il Siracusa non è mai sceso, subendo il gioco e le iniziative degli avversari che con grinta e determinazione hanno portato a casa la vittoria, trascinati anche dal tifo giarrese che non ha mai smesso per un minuto di incoraggiare gli undici in campo.
Tornando al Siracusa, i circa settanta tifosi giunti ad Agrigento sono rimasti increduli per la prestazione della squadra e le scelte tecniche adottate nel corso della gara. Un Carmine Giordano decisamente fuori ruolo, ma che con cuore e grinta cerca in tutti i modi di dare il suo contributo, una prima punta non pervenuta nelle azioni offensive (come nelle scorse partite) ed un Lele Catania a tutto campo frustrato nel non riuscire a creare insieme ai suoi compagni un gioco fluido come le scorse partite.
La squadra non riesce a creare azioni pericolose in fase di costruzione da dietro, complici anche i numerosi passaggi sbagliati che permettono al Giarre di approfittarne più volte oltre alle sviste difensive che hanno portato in rete la squadra gialloblu. Le uniche azioni in cui il Siracusa si è reso realmente pericoloso sono stati i calci da fermo, prima su punizione al minuto undici del primo tempo con Lele Catania; poi sempre su punizione, ma questa volta con Abate (entrato nel secondo tempo) che accorcia le distanze al minuto ottantacinque portando il risultato sul tre a due.
Al termine della gara, la delusione era tanta per tutti i presenti, ma bisogna essere consapevoli che le finali vanno giocate due volte: prima mentalmente e poi sul campo. Adesso l’unica cosa da fare è smaltire la delusione e ripartire per fare meglio la prossima stagione.