Le imprese che hanno sede in Italia, o che hanno in Italia la maggioranza della loro organizzazione produttiva, possono contare su alcune agevolazioni fiscali che possono aiutarne lo sviluppo tecnologico. Una di queste agevolazioni è proprio il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, che consiste nella possibilità di ottenere un bonus fiscale proporzionale rispetto alla spesa effettuata dall’azienda per acquistare beni materiali e materiali per lo sviluppo tecnologico.
Grazie a questo bonus è possibile compensare fiscalmente quanto speso per acquistare, ad esempio, robot, sistemi interconnessi, macchine automatizzate e tanto altro.
Il credito in questione è stato pensato e studiato allo scopo di incentivare le aziende italiane ad investire in beni strumentali, materiali e non, per favorire il progresso tecnologico e l’innovazione nella piccola media e grande impresa italiana.
Come viene chiaramente spiegato in questo articolo di approfondimento sul credito di imposta pubblicato dal sito mareconsulting.net, scopo di questa agevolazione è favorire e supportare le imprese italiane o che hanno sede in Italia a migliorare la propria attività produttiva e ad affrontare la trasformazione tecnologica e digitale.
La manovra 2021 ha prorogato ulteriormente il credito d’imposta per i beni strumentali, allungandone la durata fino al 31 dicembre 2022 e dedicando questo bonus a tutti gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2022, oppure fino al 30 giugno 2022 purché l’ordine e il pagamento dell’acconto siano effettuati entro il 31 dicembre del 2022.
Ma in che cosa consiste il bonus beni strumentali, quali sono le caratteristiche delle aziende che lo possono ottenere, come si consegue il bonus fiscale e quali sono le tempistiche? Ecco di seguito tutte le informazioni che state cercando per accedere al credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nel 2021.
Chi accede al Bonus Beni strumentali e come?
Fra i beni che possono essere acquistati con questo bonus ci sono quelli materiali (robot, sistemi di automatizzazione, magazzini automatizzati, macchine e strumenti automatici per la logistica eccetera) ma anche i beni immateriali (software, sistemi di integrazione, applicazioni, piattaforme e altro).
Ma chi accede al bonus beni strumentali? Il bonus è rivolto a tutte le aziende o società, indipendentemente dal campo economico e dalla forma giuridica, che abbiano sede in Italia oppure che non abbiano residenza in Italia ma che abbiano sul territorio una stabile organizzazione, inclusa in termini fiscali.
L’incentivo non spetta a quelle aziende che siano in fallimento, o che siano fallite, in liquidazione coatta oppure volontaria o con procedura concorsuale in atto, oppure che abbiano subito una sanzione interdittiva ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001, o ancora che non rispettino le norme sulla sicurezza del lavoro e sul versamento di contributi per i dipendenti.
Il credito d’imposta spetta per gli investimenti che hanno ad oggetto beni ordinari fino al 6% del costo, beni materiali 4.0 (Così come elencati nell’allegato A) fino al 40% sul costo fino a 2,5 milioni di euro oppure 20% sul costo per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro; il bonus spetta anche per investimenti in beni immateriali, indicate nell’allegato B, fino a 15% sul costo con un tetto di spesa massimo di 700.000 €. Superati determinati limiti di spesa e per i beni immateriali e tecnologicamente avanzati, è necessario avere una perizia, rilasciata da un soggetto abilitato (perito industriale o ingegnere) che certifichi che si tratta di un investimento sui beni indicati nella normativa in questione.
Le imprese che vogliono usufruire del bonus devono comunicarlo al ministero dello sviluppo economico, utilizzando gli appositi moduli messi a disposizione, rispettando le tempistiche indicate e allegando, laddove necessario, la perizia o l’attestato di conformità.